Trani – La Procura di Trani sta indagando sulla morte di Paola Clemente, la 49enne morta nei campi di Andria mentre all’acinellatura dell’uva lo scorso 13 luglio.
Le indagini in questo momento si stanno concentrando sul bus che conduceva Paola e gli altri braccianti, ogni mattina, a lavoro. Nell’indagine si ipotizzano i reati di omicidio colposo e omissione di soccorso.
Unico indagato al momento è Ciro Grassi, indicato nella querela come colui che ha organizzato la squadra. Grassi, a quanto si apprende, è stato anche colui che ha avvisato Stefano Arcuri, marito di Paola Clemente, che la moglie era stata colta da malore il 13 luglio, giorno del decesso della bracciante. L’iscrizione del nome di Grassi nel registro gli indagati – precisano fonti inquirenti – è un atto dovuto in vista dell’autopsia che sarà compiuta il 21 agosto, dopo la riesumazione del corpo dell’operaia.
La donna, da un paio di giorni prima del decesso, avvertiva dolori al collo a cui non aveva dato molta importanza perché ne soffriva da alcuni anni. Paola Clemente, madre di tre figli, è morta ad Andria il 13 luglio scorso mentre lavorava all’acinellatura dell’uva. Pur vivendo con la famiglia a San Giorgio Jonico (Taranto) ogni giorno faceva circa 150 km per riscuotere una paga giornaliera inferiore ai 30 euro.
Il pm ha disposto la riesumazione del corpo e ha fissato per il 21 agosto l’autopsia. L’esposto-denuncia alla procura di Trani, competente per territorio, è stato depositato il 14 agosto scorso ai carabinieri di San Giorgio Jonico dal marito della donna, Stefano Arcuri, assistito da tre avvocati: Pasquale Chieco, Vito Miccolis e Giovanni Vinci. L’autopsia sarà compiuta dal medico legale dell’Università di Bari, Alessandro Dell’Erba.
Sono tre in Puglia quest’anno le morti sospette per un probabile carico eccessivo di lavoro, peraltro sottopagato, come denuncia Giuseppe De Leonardis segretario della Flai Cgil regionale. “Il caporalato è barbarie e morte, per sconfiggerlo serve una reazione forte. Non si può rimanere imbelli di fronte ad una simile tragedia umana e civile. La Regione Puglia si costituisca parte civile nel processo sulla morte di Paola Clemente e sulla morte e lo sfruttamento dei nuovi martiri del lavoro”.
Parole a cui fanno eco quelle del capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Michele Mazzarano: “La morte di una donna, che per 27 euro deve lavorare in condizioni disumane sotto tendoni asfissianti e percorrere 300 chilometri di strada al giorno, non può essere accettata a cuor leggero o, peggio ancora, considerata la implicita conseguenza di una povertà crescente. L’impoverimento di ampi strati sociali non può giustificare lo sfruttamento e la morte nei campi. Serve una dura reazione civile ed istituzionale perchè i caporali si sentano perseguitati e minacciati. Al signor Arcuri, marito di Paola – conclude – va la vicinanza e il sostegno mio e del gruppo consiliare del Pd alla Regione Puglia”.