Roma, anziano segregato e picchiato in casa per anni da una donna

di Redazione

Roma – E’ stato liberato dalla polizia dopo quattro anni di tortura un 77enne anziano di Roma. L’uomo, vedovo, aveva offerto ospitalità ad una donna 41enne, cacciata da casa della madre, visto che disponeva di una camera libera. E lei, “in cambio” dell’ospitalità ricevuta, aveva attuato un piano per appropriarsi prima della pensione e poi dell’abitazione tentando di far dichiarare l’anziano incapace di intendere e di volere.

Non trovando medici che potessero attestare inesistenti disturbi psichiatrici aveva iniziato a segregare l’uomo in casa, lasciandolo da solo per l’intera giornata, abbandonato nel suo letto, dal quale non poteva nemmeno scendere perché munito di alte sponde metalliche di contenimento. Tra l’altro, la donna si era impadronita della carta d’identità, del bancomat e costringeva l’uomo a delegarla per il ritiro dell’intera sua pensione di 750 euro mensili, adoperandosi intanto per sottrarre al legittimo assegnatario l’abitazione.

Lui, nel frattempo, rimaneva chiuso e al buio in una stanza in pessime condizioni igieniche, aveva a disposizione solo mezzo litro d’acqua e una banana o una merendina che dovevano bastargli per l’intera giornata. L’anziano, oltre a subire questa denutrizione coatta e ogni sorta di violenza psicologica ed economica doveva, secondo le accuse, sopportare anche le aggressioni fisiche della donna, che lo percuoteva con un bastone, gli dava pugni e unghiate, gli sbatteva la testa contro le piastrelle quando, una volta ogni due giorni, lo infilava nella doccia, lasciandolo anche per lungo tempo.

Per due volte, la donna era stata costretta a portare l’uomo in ospedale, proprio a causa delle ferite che lei stessa gli aveva inferto ma che, naturalmente, aveva attribuito a cadute accidentali. Nel 2013, l’anziano veniva refertato per frattura delle ossa nasali e, nel 2014, per diverse ecchimosi.

L’epilogo della vicenda avviene quando la donna decide di condurre l’anziano in ospedale, sostenendo la gravità dei suoi disturbi psichiatrici. I sanitari del Policlinico, però, scoprono in breve che l’uomo era perfettamente in grado di intendere e di volere e che non presentava alcun disturbo psichiatrico, ma soltanto evidenti segni di lesioni subite, nonché un gravissimo stato di denutrizione e disidratazione che, uniti all’immobilità forzosa, gli avevano causato un tale deperimento da impedirgli di deambulare.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno avuto una svolta decisiva lo scorso 10 luglio, quando il personale della sezione specializzata in reati sessuali, contro le donne, i minori e le fasce vulnerabili, effettuavano una perquisizione a casa dell’anziano scoprendo numerosi elementi di prova sulla condotta della donna.

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