Aversa – “Non vogliamo che Aversa divenga una off-limits”. Sono numerosi i cittadini aversani che da quando, un paio di settimane or sono, si è verificato l’incendio di un deposito giudiziario di autovetture nella confinante Giugliano, stanno evidenziando la potenziale bomba ecologica presente in città: l’esistenza di due grossi depositi di automezzi in pieno centro cittadino. Uno, quello storico, in via San Lorenzo, praticamente a ridosso di abitazioni e facoltà di architettura della Sun e a pochi metri da scuole e uffici oltre che delle case popolari; un secondo in via Gramsci, ad un paio di centinaia di metri dall’ospedale San Giuseppe Moscati, oltre che, anch’esso, nelle immediate vicinanze di abitazioni.
Si tratta di due depositi che hanno accumulato negli anni centinaia e centinaia di autovetture. Si parla di un totale complessivo di un paio di migliaia tra autovetture e moto alcune delle quali presenti nei due depositi da oltre un decennio (pare che qualche autovettura abbia festeggiata la maggiore età dello stazionamento). Il tempo trascorso ha trasformato gli automezzi in rifiuti speciali con percolato di batterie per auto e altre sostanze finite nel sottosuolo. Bombe ecologiche, appunto, realizzate con la collaborazione (più o meno consapevole) delle autorità locali e statali, ossia dalle diverse forze dell’ordine che, una volta sottoposte a sequestro giudiziale le vetture per carenza di assicurazione o di documenti, le hanno affidate al deposito giudiziario senza che fossero, poi, reclamate dai proprietari.
Al danno ecologico si aggiunge anche la beffa considerato che oltre i 90 giorni di deposito, a pagare le spese relative è chiamato il comune di Aversa che, comunque, avrebbe potuto procedere alla demolizione (cosa che, da quanto è dato sapere) non è mai avvenuta. Ad oggi, quindi, la somma spettante ai titolari dei due depositi (a carico delle casse comunali) dovrebbe aggirarsi intorno ai due milioni di euro. Lo scorso anno, nel bilancio 2014 la giunta guidata da Giuseppe Sagliocco, iscrisse una somma di circa trecentomila euro, ma il danno provocato da anni ed anni di inerzia sarebbero ben maggiori e già oggetto dell’esame della corte dei conti.
Sulla pericolosità dell’ubicazione dei depositi giudiziari di autovetture nei centri abitati si è reso portavoce, nei giorni scorsi, con un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell’ambiente, il senatore aversano di Democrazia Solidale Lucio Romano che, all’indomani del rogo di Giugliano, ha auspicato che vi sia al più presto una legislazione ad hoc più restrittiva per questa tipologia di attività imprenditoriale.
Per uno di questi due depositi giudiziari di autovetture non può non ricordarsi che il terreno sul quale sorge in via San Lorenzo, diverse migliaia di metri quadrati, è divenuto di proprietà della famiglia Marino (oggi vicesindaco a Casaluce e con un nipote consigliere comunale uscente ad Aversa per il Nuovo Psi) grazie ad un’usucapione ventennale di parte di un immenso standard urbanistico presente in zona, a ridosso del complesso conventuale benedettino di San Lorenzo e della facoltà di architettura della Sun che vi è ospitata.
Un’usucapione che secondo esperti di urbanistica potrebbe essere vanificata dando luogo (se il comune lo volesse) ad una confisca del bene in questione essendo la destinazione urbanistica attuale non conforme a quella in essere. Sulla vicenda si deve registrare anche un’indagine della guardia di finanza su coordinamento della Corte dei Conti.