Poliziotto ferito a Napoli, una lunga scia di solidarietà: “Nicola non mollare”

di Nicola Rosselli

Carinaro – Legatissimo al proprio lavoro e alla propria famiglia, ma gioviale e sempre pronto alla battuta, a sostenere colleghi e amici, nonostante fosse conscio delle difficoltà quotidiane insite nella sua attività. Un’attività che ama, che ha scelto scientemente, nonostante i rischi che presenta. Lo descrivono tutti così a Carinaro Nicola Barbato, il poliziotto rimasto vittima del sanguinoso episodio di Fuorigrotta dell’altra sera, quando un pregiudicato napoletano ha aperto il fuoco contro alcuni agenti in servizio di appostamento.

Nell’abitazione della famiglia Barbato, in via delle Ginestre, al confine tra Carinaro e Teverola (paese d’origine della moglie, Angela, casalinga) non c’è nessuno. Sono tutti a Napoli, prima presso il ‘Loreto Mare’ e, poi, da ieri pomeriggio, presso il Cardarelli, impegnati in un’attesa fatta di speranze e preghiere, i familiari, anche i due figli, una ventunenne e un diciannovenne, legatissimi al padre.

Nicola Barbato, originario della vicina Gricignano, abita a Carinaro da molto tempo e nel piccolo paese alle porte di Aversa lo conoscono praticamente tutti, nonostante abbia lavorato per molti anni a Roma e da una quindicina d’anni sia in servizio a Napoli. Nei famosi e leggendari Falchi, nella Mobile, Nicola Barbato è noto tra i compagni di lavoro che lo stimano per la sua professionalità. Giovanni Zampella, assessore comunale ed ex comandante della polizia municipale, lo ricorda come una persona dedita alla sua attività, sempre disponibile. Affermazioni che fanno il paio con quelle di Vincenzo Picone, vigile urbano, amico della famiglia, che sottolinea la grande umanità e disponibilità dell’uomo prima che del poliziotto.

Sulla stessa scia i commenti delle decine e decine di amici e colleghi poliziotti sul profilo Facebook dell’agente. Post che lo incitano a non mollare com’è nella sua indole, nell’indole del 108° Corso Falchi i cui colleghi lo incitano senza sosta, quasi come se fossero al suo capezzale. Diego scrive: “Ho avuto il sentore subito appena sentita la notizia alla radio e ti ho subito chiamato telefono spento. Ho collegato le cose e ora che sto male”. “Non mollare Nicò non mollare, non mollare”. “Vogliamo giustizia per Nicola, speriamo che si riprenda”. Mariarosaria, un’altra amica, posta: “Stamattina ho avuto un brivido mentre ascoltavo la notizia alla radio, ho però scacciato il brutto pensiero. Invece eri tu quel collega, forza Nicola devi guarire presto per continuare a dedicarti a tua moglie e ai tuoi figli con lo stesso amore con cui me ne parlasti per telefono. Pregherò per te con tutte le mie forze”. Infine, tra i tanti, Simona: “Tu che porti un sorriso e il sostegno a tutti in questa società sudicia di gente meschina, devi combattere questa volta per te stesso perché sei forte e perché tutti ti aspettiamo”.

C’è anche chi attraverso i social chiede notizie sulle condizioni di salute. Sono i suoi colleghi di quando prestava servizio a Roma. In attesa e costantemente in contatto per conoscere l’evolversi della situazione anche la sindaca di Carinaro, Annamaria Dell’Aprovitola che ha dichiarato: “È una tragedia non solo per la famiglia Barbato ma per l’intera comunità che rappresento. Siamo profondamente scossi e addolorati per quanto avvenuto e siamo, sia io che l’amministrazione comunale tutta, vicino ai familiari. Per qualsiasi problema possono far capo a noi, siamo disponibili ad aiutarli e ad essergli vicini in questo momento difficile. Nicola Barbato è stato ferito mentre era in servizio, mentre difendeva la libertà e la sicurezza di tutti noi e merita rispetto”.

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