Acerra (Napoli) – La pista dell’usura è tra quelle più battute nell’ambito dell’indagine dei carabinieri sull’ultimo agguato mortale di camorra in Campania. È accaduto ad Acerra la sera di San Gennaro, nel mirino dei sicari il pregiudicato Adalberto Ignazio Caruso, 57 anni, cognato del boss detenuto Cuono Lombardi.
Ma l’attenzione ora si sposta su quello che è accaduto dopo il raid. Perché vengono alla luce particolari inquietanti sulla dinamica dei momenti immediatamente successivi all’agguato; vicende che dopo la sparatoria si sentivano raccontare nella zona e che, con il passare delle ore, hanno trovato conferma ufficiale: il “sequestro” di un’ambulanza di passaggio per trasportare subito Caruso al pronto soccorso, mentre il ferito che era in barella a bordo del veicolo veniva preso di peso e lasciato in mezzo alla strada.
Sulla vicenda gli operatori dell’Asl Napoli 2 Nord hanno sporto denuncia ai carabinieri. Secondo quanto viene riportato nell’esposto, l’intero staff di un’ambulanza del 118 – un autista, un medico e un infermiere – sarebbe stato minacciato e aggredito da parenti e amici di Caruso, che non avrebbero esitato a cacciare con la forza dall’ambulanza un uomo coinvolto in un incidente stradale per far posto al corpo del loro congiunto rimasto vittima dell’agguato di camorra.