Poliziotto ferito, Nicola lotta per la vita: le condizioni restano critiche

di Antonio Taglialatela

Carinaro – Lotta come un leone Nicola Barbato, il poliziotto ferito nell’agguato a Fuorigrotta giovedì sera. E’ ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale “Loreto Mare” di Napoli, dove ieri ha ricevuto la visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Le sue condizioni sono stazionarie ma continuano ad essere gravi per i medici del nosocomio napoletano. A destare maggiore preoccupazione è la ferita alla nuca, vicino alla colonna vertebrale, che non può essere operata chirurgicamente. I medici hanno rilevato un edema midollare che, nel caso salisse, potrebbe comportare problemi alla mobilità del 53enne.

Ma sono soltanto previsioni, c’è ancora bisogno di tempo per una diagnosi certa. Un primo segnale positivo si è avuto sabato pomeriggio quando il sovrintendente della polizia ha aperto gli occhi per qualche secondo mentre i parenti gli facevano visita, riempendo il loro cuore di speranza.

Intanto, è sempre più lunga la scia di solidarietà. Due comunità, quella di Carinaro, dove Barbato abita, in via delle Ginestre, e Teverola, paese confinante, dove abita la famiglia della moglie Angela Improda e dove il cognato svolge il lavoro di agente di polizia municipale, insieme a quella di Gricignano, dove il poliziotto è originario, si sono strette nella preghiera. Non si rassegnano familiari, amici, conoscenti, e tantissimi cittadini. E si dicono certi che Nicola tornerà insieme a loro per vivere la vita di tutti i giorni. Anche la Federazione antiracket italiana (Fai), davanti alla Questura, ha organizzato un girotondo di solidarietà per l’agente impegnato proprio nella difesa delle vittime di estorsioni. Così come il Calcio Napoli, i cui calciatori, ieri sera, prima del fischio d’inizio della gara contro la Juventus al San Paolo, hanno esposto lo striscione “Forza Nicola”.

E mentre il poliziotto lotta per la vita, nella tarda serata di ieri i suoi colleghi hanno catturato il 26enne napoletano Raffaele Rende, ritenuto l’autore dell’agguato davanti alla Stazione Cumana. Si nascondeva in un appartamento nel quartiere di San Giovanni a Teduccio.

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