Roma – E’ scandalo per la casa automobilistica Volkswagen che ha alterato su migliaia di vetture le emissioni inquinanti. La notizia è partita dagli Usa e non riguarda solo auto americane ma anche quelle europee.
Un’inchiesta interna ha rivelato l’utilizzo del software incriminato che alterava le emissioni inquinanti, oltre che sui quasi 500mila veicoli venduti negli Usa, anche in altri 11 milioni di veicoli diesel venduti nel resto del mondo. Il titolo è precipitato del 23% in Borsa, dopo il -18,6% dello scorso lunedì.
In una nota diffusa martedì mattina, il gruppo tedesco ha spiegato che indagini interne hanno rivelato “discrepanze tra le emissioni dichiarate e quelle effettive in undici milioni di veicoli nel mondo equipaggiati con motori diesel EA 189”.
“Il gruppo sta lavorando intensamente – si legge nella nota – per eliminare queste deviazioni ed è in contatto con le autorità preposte e con l’Autorità federale tedesca per i trasporti Kraftfahrtbundesamt”.
Stanziati, per coprire i costi legati a questa vicenda 6,5 miliardi di euro dal bilancio del terzo trimestre del 2015. Saranno rivisti, fa sapere il gruppo Wolfsburg, anche gli obiettivi di utile per il 2015.
Intanto, anche il ministero dei trasporti italiano ha aperto un’indagine sull’accaduto e in una nota diretta alla KBA scrive: “C’è preoccupazione in merito all’accaduto, in relazione alla protezione dell’ambiente e alle possibili ripercussioni sul sistema di omologazione dei veicoli, vigente nell’Unione europea”.
“E’ necessario un’inchiesta a livello europeo”, fa sapere dalla Francia il ministro delle Finanze, Michel Sapin.
Nel frattempo, la casa tedesca ammette il proprio errore e si scusa. “Chiediamo scusa per avere violato la fiducia dei nostri consumatori e del pubblico -ha detto l’amministratore delegato Martin Winterkon in un comunicato diffuso lunedì – il gruppo sta collaborando con le autorità”. L’azienda rischia una pena pecuniaria pari a 37.500 dollari per vettura, oltre 18 miliardi di euro.