Città del Capo – Un’importante scoperta è stata fatta nelle caverne del Sud Africa dove sono stati trovati fossili che indicherebbero l’esistenza di una nuova specie umana, l’homo Naledi.
La notizia è stata diffusa e confermata dall’università sudafricana del Witwatersrand, dalla National Geographic Society e dalla National Research Foundation del Sudafrica, e può avere dei riscontri importantissimi sulla storia dell’evoluzione dell’uomo.
Piccolo, non più alto di un metro e mezzo e pesante in media circa 45 chilogrammi, aveva il cervello delle dimensioni di un’arancia, simile a quello degli scimpanzé: sono queste le caratteristiche di quello che potrebbe essere una delle prime evoluzioni dell’uomo moderno.
La scoperta è avvenuta in profondità, come spiegato dallo specialista Lee Berger, che ha guidato la spedizione, secondo cui: “I fossili mostrano mix di caratteristiche umane”. In più, secondo i primi studi effettuati, Naledi sapeva arrampicarsi grazia alle dita curve, ma sapeva anche camminare eretto e correre.
I resti, sia di adulti che di bambini, sono stati rinvenuti a 30 metri di profondità nel sistema di caverne Rising Star, da oltre 40 esperti, e sono il più ricco deposito di fossili di ominidi mai scoperto fino ad oggi.
Secondo gli studiosi, i corpi sarebbero stati messi sotto terra intenzionalmente ed è per questo che si sono conservati in buono stato. Bisognerà però attendere per avere nuove informazioni sul nostro antenato, intanto si stima che Naledi sia vissuto circa 2 milioni e mezzo di anni fa. Proseguono le ricerche nella stessa zona.