Napoli – I carabinieri hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e amministratori pubblici, nel Napoletano. Le persone coinvolte sono accusate di aver fatto parte, a vario titolo, di una presunta associazione per delinquere che in maniera irregolare, attraverso corruzione, frodi e la promessa di posti di lavoro, ha ottenuto appalti per la fornitura di pasti in scuole delle province di Napoli, Avellino e Salerno.
Fra i reati ipotizzati, oltre all’associazione per delinquere, vi sono anche quelli di turbata libertà degli incanti, corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio, frode in pubbliche forniture, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, estorsione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori, mediante l’intervento di amministratori e dirigenti pubblici, con la complicità di altre persone e la promessa di posti di lavoro per parenti e amici, il gruppo avrebbe ottenuto l’aggiudicazione di appalti per la fornitura di pasti in alcune scuole determinando l’esclusione dalle gare delle ditte concorrenti.
Le mense coinvolte nell’inchiesta sono quelle delle scuole materne ed elementari di Casalnuovo e Sant’Agnello (Napoli), Montoro Inferiore e Solofra (Avellino), Maiori e Padula (Salerno). L’ex vicesindaco coinvolto nell’inchiesta è quello di Maiori, Antonio Romano, sottoposto a obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria; stessa misura per Marcello Colella, dirigente del comune di Solofra, e Antonello Negro, dirigente del comune di Montoro Inferiore.
Dalle indagini, coordinate dal Procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, e dai pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto, è emerso che il cibo servito nelle mense scolastiche al centro dell’inchiesta era di scadente qualità (in alcuni casi scongelato e ricongelato). E’ capitato talvolta che i bambini si sono sentiti male dopo aver pranzato in mensa a scuola. E si è scoperto che le persone coinvolte intendevano rietichettare confezioni di pomodori provenienti dalla Cina per farle falsamente risultare come prodotte in Italia.