Beni culturali, a Napoli i risultati del progetto “Stress”

di Redazione

Napoli – Provare l’emozione di volare sul drone archeologo Indiana Jones a ‘caccia’ di tesori archeologici per poi ‘atterrare’ ed esplorare, come in un videogame, i resti di una ‘Pompei Medievale’: è stato possibile il 12 ottobre nella Basilica di San Giovanni Maggiore, a Napoli, dove sono stati presentati i risultati del progetto Provaci.

Finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca e coordinato dal distretto per le Costruzioni Sostenibili Stress, il progetto ha l’obiettivo di sviluppare tecniche sostenibili per la protezione sismica, la valorizzazione e la fruizione degli edifici di interesse culturale e dei siti archeologici.

Grazie alla realtà aumentata e virtuale sarà possibile esplorare tutti i luoghi degli interventi, dall’Arena di Verona, alle città medievali abbandonate di Cerreto Sanita in provincia di Benevento e di Occhiolà, in provincia di Catania. Sarà possibile, inoltre, vedere gli interventi che sono stati eseguiti, come il monitoraggio sismico, la ‘diagnosi’ dello stato di ‘salute’ delle strutture, e, dove necessario, la messa in sicurezza.

Pareti e pavimenti per la realtà virtuale e visori 3D permettono di immergersi nei siti archeologici ed edifici storici. Inoltre, uno schermo tattile fa vestire i panni di un ‘ingegnere-restauratore’ per provare con ‘mano’ come si rinforzano le pareti in muratura degli edifici storici. La mostra tridimensionale e interattiva comincia dal monastero di Sant’Angelo D’Ocre a L’Aquila. Grazie al visore Oculus sarà possibile ‘immergersi’ a 360 gradi nel refettorio del convento. Mentre le pareti 3D e i proiettori permetteranno di passeggiare nell’Arena di Verona, nel palazzo Penne di Napoli, nell’antico borgo medioevale di Occhiolà, a Grammichele (Catania).

Il viaggio termina sulla ‘pedana APP’ di oltre 160 metri quadri che permette di ‘volare’ a bordo del drone Indiana Jones e poi passeggiare nella Pompei medievale’, una cittadina nel Sannio ancora sepolta dalle macerie del terremoto che la colpì nel 1688. Al progetto Provaci hanno partecipato, fra gli altri, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), università Federico II di Napoli e università di Padova.

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