Torre del Greco (Napoli) – Nella basilica di Santa Croce in Torre del Greco l’arcivescovo metropolita di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica a conclusione del processo diocesano su di un evento miracolo attribuito all’intercessione del Beato Vincenzo Romano, avvenuto nella cittadina vesuviana.
Il sacerdote, vissuto nella seconda metà del Settecento, spese la sua vita a favore dei poveri, soprattutto aiutando gli abitanti di Torre del Greco. Ricostruì la chiesa parrocchiale dopo l’eruzione del Vesuvio di fine secolo e si prodigò nell’annunzio dell’Evangelo e nell’azione caritativa verso i bisognosi e i malati. Fu l’inventore della sciabica, una predicazione itinerante con crocifisso e campanello che portava le persone in Chiesa. Il suo esempio ne ha fatto il patrono dei presbiteri napoletani.
Ora, a chiusura degli atti diocesani, che hanno considerato l’evento come scientificamente inspiegabile, la parola passa alla Congregazione per le Cause dei Santi in Vaticano, che sarà chiamato a decidere, con l’ultima parola di papa Francesco, sul processo di canonizzazione.
Nell’omelia il cardinale ha ricordato l’impegno di preghiera affidato ai fedeli e la vita del beato, tralcio innestato nella vite che è Cristo, rifacendosi al Vangelo di Giovanni letto durante la celebrazioni.