Aversa – Poco meno di settecento euro al giorno. Questa la somma che sta accantonando, come debito, dal 2005/2006 ad oggi (e continua ad accantonare) il Comune di Aversa per il pagamento degli automezzi sequestrati dalle forze dell’ordine e affidati ai concessionari dei depositi giudiziari cittadini.
Ad oggi, considerato che la situazione va avanti da un decennio, si è pervenuti all’astronomica cifra di circa due milioni e mezzo che i due titolari dei depositi giudiziari aversani vantano nei confronti del comune o di chi sarà riconosciuto debitore. Infatti, questa grossa somma, al momento, se la starebbero palleggiando due uffici, quelli della prefettura e quelli del comune di Aversa.
Sono oltre duemila le autovetture (e altrettante le moto) in deposito presso i depositi gestiti dalle famiglie Della Corte e Marino accumulatesi negli anni sequestrate dalle forze dell’ordine per carenza di assicurazione obbligatoria, guida senza patente e così via. Chi ha avuto occasione di visitare i due siti ha tenuto ad evidenziare che ci si trova di fronte ad un vero e proprio museo della storia dell’auto, che farebbe la gioia di ogni appassionato del settore, con vetture che sono presenti sul posto da poco meno di una ventina d’anni.
La vicenda data praticamente un ventennio. Ad essersi inceppato il meccanismo previsto dalla normativa in materia secondo la quale, trascorso un determinato periodo di tempo dal sequestro e dal conseguente affidamento del veicolo alla custodia del deposito giudiziario, se il proprietario non lo ritira si dovrebbe provvedere alla rottamazione. Invece, sino ad oggi tutte le vetture sequestrate sono rimaste nei depositi. Una situazione che non solo ha portato alla crescita di un debito per le casse pubbliche ma, anche se sono in pochi ad eccepirlo, sta creando un problema di natura ambientale dovuto al percolato di olii e di quanto altre le piogge portano dalle vetture ferme da decenni nel sottosuolo dei depositi.
La prefettura, come dicevamo, e il comune di Aversa si sono palleggiati da tempo la responsabilità del pagamento. Ora, con l’arrivo sulla casa comunale del commissario prefettizio a seguito dello scioglimento anticipato del consiglio comunale, si prospetta un’occasione storica visto la riunione delle responsabilità (a chiunque voglia addebitarsi) in una sola persona. L’unica cosa certa, come in molti fanno notare, è che se non succederà nulla nemmeno questa volta e si continuerà ad andare avanti senza che nulla sia accaduto, si rischia una catastrofe contabile per le casse pubbliche e per quelle comunali in particolare.