Centro storico, Piazza: “Inutile scaricare la colpa sugli uffici”

di Redazione

MondragoneLeggendo le dichiarazioni astiose, rancorose e superficiali dell’assessore Bertolino, il quale si presta da “testa di ariete” del buon giò giò sindaco Schiappa, sembra quasi che i cittadini mondragonesi si possano convincere che quanto egli espone corrisponda al vero. Anche perché, spesso e volentieri, chi è chiuso nel palazzo del potere si autoconvince che le proprie tesi non solo sono le migliori e, quindi, non ammettono il contraddittorio, ma addirittura sono le uniche enunciabili.

Se in passato qualcuno si è incatenato, lo ha fatto semplicemente perché l’unico Consiglio comunale dell’universo dove non è possibile esprimere un pensiero politico o far dichiarare a chi compone il civico consesso a quale gruppo o partito appartiene, perché ciò non previsto nell’ordine del giorno dei lavori, è quello di Mondragone.

Ma mentre c’è chi si incatena per dare a tutti la possibilità di esprimersi in Consiglio, c’è qualcun altro, invece, che ha legato il proprio destino a quello di un nuovo Titanic che porta il nome della Giunta Cennami/Schiappa.

La responsabilità politica di quanto accaduto, senza giri e rigiri di parole, è esclusivamente della maggioranza ribaltonista. E’ inutile, adesso, cercare di scaricare la colpa sugli uffici competenti.

Il progetto di riqualificazione del centro storico, a differenza di altri Comuni campani, ha perso il finanziamento perché i tempi si sono dilatati e il motivo principale, se non quello esclusivo, è il mancato inserimento del progetto all’interno dell’elenco delle opere pubbliche.

E ai voglia, poi, che l’assessore “testa di ariete” si ostini a dire che tutto ciò non è vero.

Il Codice degli Appalti, all’articolo 128, stabilisce che un’opera se non inserita nell’elenco annuale delle opere pubbliche non può ricevere alcuna forma di finanziamento da parte di pubbliche amministrazioni e fino a prova contraria la Regione Campania è una pubblica amministrazione. Il medesimo articolo stabilisce ancora che se l’Ente vuole comunque realizzare l’opera, lo può fare solo con propri fondi. Nella fattispecie, il Comune di Mondragone non sarebbe mai in grado di sopportare un tale onere, il quale, poi, non sarebbe previsto nemmeno quale posta in bilancio.

Infine, l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), con determinazione del 6 ottobre scorso, ha, tra l’altro, determinato che qualora “i casi in cui i pagamenti siano subordinati a finanziamenti ottenuti ma non ancora erogati, viene rilevato che in tali circostanze non si garantisce la tassatività dei termini di pagamento prevista dal diritto comunitario e nazionale…”.

In conclusione, mentre a Dante nel suo passaggio agli inferi gli viene riferita da Virgilio la famosa frase “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”, per fortuna di tutti, oggi, esiste la democrazia (e non il doloroso passato di cui, purtroppo, anche Mondragone ne ha subito le conseguenze) e il criticare e mettere alla berlina una sconcezza politica che fa perdere soldi alla comunità che si amministra non solo è possibile ma addirittura “doveroso”.

Il consigliere comunale Giuseppe Piazza

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