Teverola – Ad inizio ottobre il movimento “Noi Teverola” invocava l’istituzione della “Commissione permanente Garanzia e Trasparenza”, conformemente al Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale che, all’articolo 20, statuisce in modo chiaro che “il Consiglio comunale, con deliberazione adottata nella seconda adunanza successiva a quella dell’insediamento, provvede alla istituzione al suo interno delle commissioni permanenti”, tra cui appunto c’è la “Commissione permanente Garanzia e Trasparenza”.
Con formale istanza, il gruppo consiliare di opposizione “Progetto Civico Teverola Città” aveva poi chiesto la convocazione del Consiglio comunale con l’intento di porre all’ordine del giorno proprio l’istituzione della commissione per “assicurare l’organico e tempestivo esercizio della funzione di controllo”, facendo riferimento all’articolo 25 del Regolamento.
Argomento che, però, durante la seduta consiliare tenutasi venerdì 23 ottobre non è stato deliberato, con la minoranza che ha abbandonato l’aula per protesta. “Con l’avallo del presidente Gennaro Caserta e del vicesindaco Tommaso Barbato, la maggioranza per l’ennesima volta non ha deliberato in tal senso, violando palesemente ed ingiustificatamente un fondamentale principio democratico quale è appunto la ‘Trasparenza’”, accusano dal movimento “Noi Teverola”.
“Ciò che spiazza – commentano dal sodalizio – non è tanto il modus operandi dell’attuale sindaco o di qualche altro ‘compagno d’avventura’, che da tempi non sospetti hanno dato prova della propria ‘eccessiva’ trasparenza, quanto piuttosto l’assuefazione del presidente Caserta e del vicesindaco Barbato, che hanno sempre criticato la precedente amministrazione, sin dai tempi in cui ne faceva parte l’attuale sindaco, invocando principi e valori fondamentali quali la legalità e la trasparenza. In barba a chi credeva che sarebbero stati questi ultimi a redimere il sindaco da presunti peccati commessi in passato, la cittadinanza si deve ricredere e prendere atto che, purtroppo, sono loro stessi ad essere complici di quel ‘tipo’ di politica da loro sempre osteggiata e criticata. Anzi, più che complici, sono diventati esecutori ubbidienti e remissivi rispetto a direttive spesso frutto di capricci e voglia di apparire a tutti i costi. E’ il caso di dirlo: ‘Volevano cambiare il mondo ma il mondo ha cambiato loro!’”.