San Marcellino – Nella serata di martedì 27 ottobre ha avuto luogo, nella parrocchia di San Marcellino, l’inaugurazione del nuovo anno pastorale 2015/2016 alla presenza del vescovo della diocesi, Angelo Spinillo, il quale ha guidato la comunità in un’attenta riflessione sul senso e sulle direttive di quest’anno giubilare, indetto in modo straordinario da Papa Francesco, che si incentrerà sulla ‘Misericordia’.
“La comunità parrocchiale è il luogo dove si è chiamati a vivere la “Misericordia” poiché la vita del cristiano dev’essere un riflesso dell’amore misericordioso di Dio e noi come credenti siamo chiamati a dare un segno di speranza a coloro che ci avvicinano”. Queste le parole di accoglienza del parroco don Salvatore Verde, seguite dalla celebrazione dei vespri e dalla catechesi tenuta dal vescovo, il quale ha precisato che ‘la misericordia, come credenti, la dobbiamo applicare anche nella vita politica; la nostra società non deve essere basata solo sulla legge del mercato, che porta a sacrificare tutto, anche la dignità umana, ma deve essere anche capace di mettere i cittadini in una condizione di dialogo e condivisione, assicurando stabilità, produttività, accoglienza e rispetto”.
Parole che seguono quelle del parroco, che ha constatato con preoccupazione lo stato di disagio istituzionale, politico, amministrativo e sociale in cui versa la cittadina di San Marcellino in questo particolare momento di crisi.
“La Chiesa è incamminata in un percorso di ‘nuova umanità’ – continua il Vescovo – che ha come fondamento Gesù, che è volto della misericordia del Padre, che dona tutto e fa tutto per i suoi figli. Noi siamo coloro che hanno ricevuto la misericordia di Dio e la dobbiamo esercitate nella verità. In questa prospettiva allora bisogna imparare anche a ‘chiedere perdono’ e non solo a darlo. Ciò aiuta a capire che tutti possiamo sbagliare ed incrementa il dialogo, che è la strada migliore per amare l’umanità come l’ha amata Dio”.
Al termine della catechesi il vescovo si è intrattenuto e ha salutato i numerosi fedeli che, con affetto, lo hanno avvicinato.