La poesia di Antonio Fiore all’Expo di Milano

di Redazione

GricignanoAntonio Fiore, poeta di Gricignano, con grande soddisfazione aggiunge un altro tassello importante al suo mosaico artistico. La sua poesia approda all’Expo di Milano attraverso l’antologia poetica “Da Ischia L’Arte”, nata dal premio internazionale “Otto milioni – 2015”, ideato dallo scrittore Bruno Mancini, presidente dell’associazione culturale “Dila”, con la direzione artistica della professoressa Roberta Panizza, in collaborazione con la poetessa Antonella Ronzulli, direttore editoriale della casa editrice Litho Commerciale.

“Per la forte matrice emozionale che infonde nei suoi scritti e che riesce a trasmettere ai lettori attraverso la sobrietà propria delle vere conquiste letterarie, Fiore meriterebbe, senza dubbio alcuno, palcoscenici ben più prestigiosi di questi che noi di Dila possiamo offrirgli. – commenta Bruno Mancini, presidente dall’associazione culturale – Però, lui sa bene che ogni nostra pubblicazione nasce da un puro spirito di amore verso la Poesia e conosce, nei dettagli, quanta sia lunga ed impegnativa la strada che conduce gli Autori ad ottenere il piccolo privilegio di far parte di una delle nostre antologie. Antonio Fiore ha la voce sincera dei sentimenti retaggi di ataviche virtù, ha la penna con inchiostri multicolori, ha il vocabolario preciso ed essenziale delle moderne forme poetiche”.

L’Autore – Nato a Gricignano (Caserta), nel 1959, da papà Andrea e mamma Felice, famiglia numerosa, umile e con profondi valori cattolici, Fiore vive un’infanzia segnata da vicende dolorose per la scomparsa della mamma a soli tre anni di età e del papà a poco più di quattordici, ma la vita continua e va vissuta comunque, al di là delle turbolenze che il destino inevitabilmente ci riserva; accudito dalla sorella primogenita Clotilde e da suo marito Eduardo, con il calore, l’amore e l’unità indissolubile anche di altri familiari, cresce come  tutti i suoi coetanei.

Da molti anni Fiore è impegnato nel sociale per migliorare la condizione del suo territorio e per questo ha avuto esperienze politiche, che non l’hanno, però, distratto dalla sua forte passione per la poesia. Il mosaico della vita, con i momenti tristi del passato e le gioie della maturità, hanno notevolmente radicato sentimenti ed emozioni, oggi trascritti nelle sue poesie, con le quali Antonio valorizza ogni attimo della propria vita con lo sguardo rivolto in particolare all’amore, al rispetto dell’uomo, della famiglia e della società, senza ignorare la fine di ogni cosa terrena, quest’ultimo pensiero il lui fortemente profuso ed evidenziato, lo costringe ad alzare lo sguardo verso l’eternità.

Molte delle sue opere sono pubblicate sul sito: www.fioreantonio.com

Alcuni premi vinti da Antonio Fiore:

– Premio internazionale di Poesia “Ottomilioni – 2014”

L’evento è stato ideato dallo scrittore Bruno Mancini con la direzione Artistica di Roberta Panizza, sponsorizzato dall’Istituto “Agostino Lauro” e dal Comune di Torrenova (Me). Le poesie sono state incluse nell’Antologia “Mare Monti Mare”, pubblicata e distribuita ad aprile 2014; l’Opera è stata realizzata in memoria dell’emerito commendatore Agostino Lauro. Il primo premio, “Classifica Roberta Panizza”, è stato assegnato alla poesia “La tela del tempo” scritta da Fiore, che ha vinto una recensione scritta da Roberta Panizza (direttrice artistica di Lenois), più un video con la lettura della poesia ad opera di Antonio Mencarini (pioniere di Lenois).

– Premio Lenois – “Le nostre isole – Il Dispari”

Ideato da Bruno Mancini con la direzione artistica di Roberta Panizza, con il patrocinio dei Lions – Ischia,  e con la sponsorizzazione del settimanale “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio. Ischia, Giugno 2012. Il premio speciale “Web” è stato assegnato alla poesia  “… tinti di cenere” di Fiore.

Dall’antologia “Adotta una poesia”

…tinti di cenere

Se potessi prosciugherei il mare dalle impurità;

svestirei il cielo da fumi e nembi insalubri

per ridare vivacità ai colori dell’iride,

che solcano l’opacità lungo intercalare dell’orizzonte;

e col vento spazzerei gli odori nefasti

che soffocano i fiori di primavera. 

Se potessi diverrei cantastorie del tempo

per raccontare alle stelle

le vicissitudini impresse dai malfattori di zolle;

e lì, nella tetra distesa d’alberi monchi e aride praterie

m’incamminerei, a piedi nudi, verso sinuosi sentieri 

per ritrovare la nitida luce della speranza. 

E da quella luce che si erge dalla sorgente dell’infinito

si ravvivi l’aratro dei giusti che traccia la via;

e lì, nell’immensità vivente,

terra di profumi e miele inalterato,

germogli la vite che si espande sulle lagune 

per ricolmare il cielo e il mare di moltitudine pura.   

La tela del tempo

A margine del cielo
dove si dilunga il mare
si eleva il primo bagliore
rosso fiamma;

e mentre
la gelida acqua dormiente
si colora innanzi,
le stelle
affievolite si ritraggono
in un magico attimo
che si svuota delle sue ombre
per dare vigore al giorno che s’alza: è solo la cornice di un quadro indelebile
che si configura
ininterrottamente nell’immensità del tempo;

e là,
dove s’addormenta la notte e nasce il giorno,
il creatore dei cieli
ha deposto il suo riverbero sulla terra,
affinché  la luce dell’umanità
germogli l’infinita speranza. 

“La tela del tempo” – recensione di Roberta Panizza

La poesia di Antonio Fiore, “La tela del tempo”, esprime il suo messaggio in modo scorrevole, tramite un linguaggio semplice ma efficace che, utilizzando rapide pennellate, dipinge davanti ai nostri occhi un paesaggio naturale che è anche percorso metafisico dell’intera umanità.

I versi liberi ci parlano infatti dello spettacolo dell’alba che è anche spettacolo del tempo scandito dal riproporsi quotidiano di un paesaggio di struggente bellezza là dove cielo e mare entrano in contatto e il bagliore delle stelle si smorza di fronte all’energica luce che si genera.

Ed è qui che, tramite le parole del poeta, giungiamo ad un livello superiore di significato e di concetti espressi e possiamo lasciarci guidare dall’interpretazione che l’autore dà a questo dipinto impresso sulla tela del tempo: una visione che propone un senso di speranza e riscatto per un’umanità troppo spesso martoriata da problemi e sofferenze. Un’umanità che non deve sentirsi sola di fronte a tutto questo, ma credere in una entità superiore che non l’abbandona.  

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