Le storie degli aversani nel nuovo lavoro di Ugo Persice Pisanti

di Redazione

Aversa – Da quel lontano 1030 o 1022 dell’era volgare (neanche sulla propria “data di nascita” gli aversani riescono a mettersi d’accordo) di acqua ne è passata sotto i ponti o, per meglio dire, di cose ne sono capitate all’ombra dell’Arco dell’Annunziata. A distanza di tanti secoli, è innegabile, la città ha compiuto passi avanti significativi. In campo sociale, culturale o economico, ad esempio, l’Aversa dei giorni nostri non somiglia neanche lontanamente alla città di cento anni fa.

A leggere questo libro, però, per alcuni aspetti, ampiamente trattati dall’autore, gli aversani appaiono come essersi fermati ai tempi in cui Rainulfo e la sua soldataglia erano ancora accampati alla meglio in questa terra, per loro nuova e perigliosa. Nel leggere gli articoli di Ugo Persice Pisanti, pubblicati su vari organi di stampa sia cartacei sia online dal 2006 al 2015, alcuni problemi caratteriali, comportamentali e sociali degli aversani sembrano essere ancora in cerca di soluzione. Anche dal punto di vista strutturale la città sembra ancora in attesa d’interventi definitivi. Nonostante ciò, l’aria che si respira è ben diversa da quella che si respirava solo pochi decenni orsono.

Per questo la “penna”, a volte velenosa, di Ugo Persice Pisanti, pseudonimo dietro il quale si cela un “artigiano” dell’informazione con più di quarant’anni di esperienza nel settore dei “media”, in alcuni articoli deve cedere il passo all’ottimismo “ragionato”. In tanti settori i passi avanti sono stati rilevanti: commercio, terziario avanzato, istruzione (università), trasporti (metropolitana), istituzioni (Tribunale). In altri c’è ancora molto da fare: sicurezza, traffico, trasporti urbani su gomma, raccolta differenziata. Qualcuno potrà obiettare che in materia di sicurezza i successi ottenuti sono stati clamorosi. Senza dubbio.

Il problema camorra, però, è ben lungi dall’essere risolto. Questa fase storica vede un arretramento delle organizzazioni criminali, ma non certo la loro definitiva sconfitta. Ugo Persice Pisanti, nel corso di questi anni si è occupato dei temi legati alla politica locale, alla sanità (Ospedale e A.S.L.), all’industria (ex Texas, Indesit), al mondo del lavoro, alla giustizia (Giudice di pace, Tribunale) al tema della disoccupazione giovanile, al commercio, all’artigianato e, soprattutto, alla “Terra dei fuochi”.

L’opera vuole essere anche una sorta di reprimenda per quella parte di aversani che nel corso degli anni hanno assistito impassibili a tutto quanto accadeva sotto i loro occhi dimenticandosi di essere dei cittadini di Aversa. Il risultato di tanta ignavia e/o di tanto opportunismo è che, ormai, in città si nota un peggioramento complessivo della “qualità” umana. Per quanto concerne la politica, poi, la situazione già assurda è da poco diventata surreale.

Da anni non c’è più una opposizione degna di tale nome (salvo solo quei pochissimi consiglieri di minoranza che si sono battuti ad armi impari contro la soverchiante maggioranza). Maggioranza che, a sua volta, proprio per l’eccessiva quantità di voti ricevuti si è inevitabilmente spaccata in tante, più o meno piccole, fazioni, i cui elementi hanno passato il loro tempo a guerreggiare tra loro invece di governare. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: arrivo del Commissario Prefettizio. Per queste ragioni l’obiettivo di Ugo Persice Pisanti è fornire elementi utili ai lettori per farli pensare con la propria testa e non con quella dei vari “capopopolo”.

L’autore spera che la lettura di questo libro possa essere la dimostrazione cogente di come la mancanza d’impegno politico, il disinteresse per la “res publica”, il menefreghismo di una parte del popolo aversano si ripercuota non solo su chi “coltiva la passione per il nulla”, ma anche, e soprattutto, per chi ha a cuore le sorti della città di Rainulfo Drengot. Per questo, prima di fare o decidere di non fare qualcosa per la città, tutti dovrebbero chiedersi: “Cosa ne penserebbe Rainulfo?”.

Se avesse la possibilità di vedere il risultato della sua scelta di “scendere” nelle nostre terre, Rainulfo Drengot lo rifarebbe? A voi la risposta! Il libro è in vendita nelle migliori librerie. Può essere acquistato anche on line su decine di siti, tra i quali: mondadoristore.it, ibs.it, libreriauniversitaria.it, hoepli.it, amazon.it e tanti altri.

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