Aversa – Un omicidio stradale che, probabilmente, resterà impunito quello del diciottenne Luigi Ciaramella, deceduto il 31 luglio del 2008 a seguito di un incidente avvenuto, sulla strada provinciale che collega la periferia di Trentola Ducenta a Ischitella, per una serie di cause che coinvolgono anche il personale dell’Anas.
“A causa del grave ritardo con il quale si è cominciato ad indagare c’è rischio concreto – dice Biagio, papà del giovane, oggi responsabile della sezione cittadina dell’associazione familiari delle vittime della strada – che il gip disponga la prescrizione del procedimento per omicidio colposo avviato contro i tecnici, responsabili della manutenzione del tratto stradale su cui mio figlio ha perso la vita, urtando contro un palo non collocato alla distanza di sicurezza minima dalla carreggiata prevista dalla legge”.
“Questo perché – spiega – nella seduta del 23 ottobre scorso, in maniera francamente inspiegabile, il pm ha ritenuto opportuno formulare il capo d’imputazione in base al comma 1 dell’articolo 589 del codice penale e non del comma 2 che prevede pene e prescrizione più ampie, nonostante il fatto sia stato palesemente commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, cosicché a gennaio scatterà la prescrizione”.
“Inoltre – aggiunge – solo ad inizio di udienza al nostro legale è stata data comunicazione che la sua richiesta di poter citare civilmente i tecnici rinviati a giudizio e le amministrazioni di appartenenza era stata accolta dal gip”.
Un ritardo destinato a pesare sul prosieguo del procedimento che potrebbe concludersi con un nulla di fatto. “Davanti alle rimostranze del nostro legale per la mancata comunicazione il giudice – dice Ciaramella – ha spiegato che è abitudine, in quel tribunale, che gli avvocati si attivino per informarsi, senza che arrivi loro alcuna comunicazione ufficiale”.
“Un comportamento assurdo per chi aspetta giustizia da ormai otto anni che, però, può essere corretto – continua Ciaramella – rinviando l’udienza fissata per il 19 febbraio, praticamente a prescrizione avvenuta”. “Se il pm non riformulasse il capo d’imputazione e non lo facesse neanche il giudice, essendo nel frattempo scattata la prescrizione, la prossima udienza sarebbe anche l’ultima e Luigi non avrebbe giustizia”, conclude il padre del ragazzo.