Aversa – Ad Aversa segnalare l’esistenza di barriere architettoniche sembra essere un discorso fatto ai sordi. Malgrado esista la legge 13 del 1989 che ne impone l’abbattimento ad Aversa questo non avviene. Sulla carta si progettano strade senza barriere ma, di fatto, le barriere ci sono. Per incapacità ad eseguire i lavori a regola d’arte rispettando in ogni dettaglio la progettazione, per insufficiente controllo da parte dei direttori dei lavori, per superficialità degli addetti ai lavori, chissà.
Qualunque sia la ragione resta il dato di fatto che le barriere ci sono e quando accade che non ci siano si creano. E’ il caso della struttura realizzata a pochi metri dal semaforo posto all’incrocio di via Diaz con viale della Libertà, esattamente sul marciapiedi che porta alla stazione Aversa Centro della metropolitana.
Nulla da dire sulla struttura realizzata per consentire l’aerazione di quanto c’è nel sottosuolo, anche se occupa i due terzi della larghezza del marciapiede. Quello che lascia perplessi è il posizionamento di una rete che blocca il passaggio nel corridoio creato dal fabbricato con il muro di cinta della villa gentilizia presente nella zona. La rete forma un ostacolo insormontabile per i pedoni, siano essi normodotati che diversamente abili, per mamme e papà che portano i bambini in carrozzina.
Un ostacolo che impedisce l’uso del marciapiede e che può essere superato solo scendendo sul piano stradale, mettendo inevitabilmente a rischio l’incolumità personale dal momento che viale della Libertà, così come l’intera variante, malgrado semafori e divieti, troppo spesso viene considerato un pista da corsa per automobilisti e motociclisti. Un ostacolo da rimuovere subito, individuando anche chi ha provveduto a realizzarlo perché non pensi, si fa per dire, di riproporlo.
Per la cronaca, l’ostacolo c’è da quando è diventata operativa la metropolitana, possibile che nessuno degli amministratori comunali se ne sia accorto?