Aversa – La storia si ripete, qualche ora di pioggia intensa e le strade di Aversa si trasformano in fiumi, creando problemi al traffico e danni ai commercianti che vedono gli esercizi invasi dall’acqua. E’ accaduto spessissimo in via Diaz. In via Roma non succedeva dagli anni 60.
Per l’ex consigliere comunale di Forza Italia, Michele Galluccio, il problema è stato creato da un errore progettuale commesso nel rifacimento dell’arteria, ancora in corso, che ne ha ridotto l’altezza fra il piano stradale e i marciapiedi di almeno una quindicina di centimetri.
“È vero che da Sant’Antimo, Melito e Giugliano arriva acqua in grande quantità ma – dice l’ex consigliere – se consideriamo via Roma come un canale che prima dell’intervento di rifacimento aveva una profondità di 20 centimetri con una lunghezza di circa due chilometri riuscendo a contenere una certa quantità di metri cubi di acqua, ora che a lavori finiti ha una profondità di circa sette centimetri, con la stessa lunghezza di prima, è normale che non possa avere più la stessa capienza e l’acqua esondi penetrando nei negozi”. “E’ un evento che si verificherà ogni volta che pioverà con maggiore abbondanza”, conclude Galluccio che ha commentato ironicamente l’esondazione, la seconda da luglio scorso, pubblicando sulla sua pagina facebook la foto di una gondola che percorre via Roma.
Per Luigi Mormile, direttore dei lavori di ristrutturazione dell’arteria, le cose non stanno così. “Nessun errore di progettazione – dice l’architetto – premesso che alla base di quanto accaduto c’è la quantità di acqua, contenente con abbondanza terreno proveniente dalle campagne circostanti, che arriva dalla strada provinciale Giugliano-Aversa che non riesce più ad essere smaltita per l’assenza dei canali di scolo che dovrebbero essere presenti ai due lati per legge ma sono scomparsi a causa delle decine di costruzioni realizzate su quella strada che hanno coperto con altrettanta colate di cemento le canalizzazioni. Cosicché ad Aversa, sotto livellata rispetto alla provinciale, arrivano volumi di acqua maggiori di quanti ne che arrivassero in passato. Va detto che il problema è legato alla mancanza di manutenzione delle caditoie”.
“Probabilmente – continua l’architetto – molti ricorderanno che negli anni passati, nel mese di settembre, le caditoie venivano ripulite da tutto quanto contenevano, al punto che accanto ad ognuna era possibile vedere la presenza di mucchietti di fango e detriti mentre veniva effettuata questa operazione. Oggi questo non accade più. La manutenzione delle caditoie è scomparsa tante che, ad esempio, quelle presenti in via Roma nel tratto fra Porta Napoli via Lamarmora, completato da circa tre mesi, ne abbiamo alcune totalmente intasate dai mozziconi di sigaretta che vengono spazzati dai marciapiedi”.
Se a questo si aggiunge che all’interno potrebbero esserci anche dei diritti prodotti dai lavori di ristrutturazione è possibile pensare che quelle caditoie siano già intasate e che avrebbero ripulite. “Forse, ma – osserva Mormile – probabilmente non sarebbe cambiato nulla dal momento che le fognature di via Roma e dell’intera città sono state realizzate oltre quarant’anni fa dimensionandole sulla base delle esigenze e delle precipitazioni atmosferiche dell’epoca”.
“Oggi le cose sono cambiate – continua – perché accade sempre più spesso, in tutta Italia, che in una giornata cada una quantità di acqua piovana superiore a quella che cadeva in più giorni consecutivi una decina di anni fa. Tant’è che nel realizzare le pluviali per i tetti delle abitazioni oggi non usiamo più tubi da 80 ma almeno da 140”.
La soluzione? “Una sola, garantire la manutenzione delle caditoie come si faceva trent’anni fa, perché – conclude Mormile – rifare il sistema fognario della una città è un’impresa praticamente impossibile ed estremamente costosa. Per rifare le fogne di Aversa, ad esempio, sarebbero necessari almeno 10 milioni di euro”.