Arresto Lo Bosco, trovato “libro mastro”

di Redazione

Appunti, cifre, totali e “subtotali” delle mazzette finora pagate. Un “libro mastro” con nomi e cognomi “eccellenti” che adesso fa tremare mezza Sicilia. E quello che hanno trovato gli uomini della Squadra Mobile in mano a Massimo Campione, titolare della “Sistet Tecnology srl”, ditta agrigentina che opera nel settore della radiocomunicazione e videosorveglianza.

E’ quanto emerge dall’operazione “Black list”, condotta dalla polizia, che ha portato all’arresto di Dario Lo Bosco, presidente di Rfi e dell’Ast, e di due funzionari del Corpo Forestale della Regione Siciliana con l’accusa di concussione: Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi. Tutti e tre si trovano ai domiciliari.

Nelle mani degli inquirenti c’è anche il libro con nomi e cognomi eccellenti. La lista è stata trovata lo scorso 18 ottobre in possesso di Massimo Campione, titolare di una società di costruzioni e noto imprenditore dell’agrigentino. Campione, una volta fermato dalla polizia e trovato in possesso della lista, avrebbe iniziato a raccontare tutto. Il fratello di Campione, Marco, è titolare della Girgenti Acque.

“Abbiamo trovato un libro mastro diverso dal solito libro mastro del pizzo: quasi una lista della spesa con nomi e cifre. Un libro mastro – spiega il procuratore Lo Voi – che quindi non fa riferimento al pizzo ma alle tangenti pagate per l’esecuzione di determinati lavori. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto i domiciliari per tre degli indagati. Le indagini sono andate avanti grazie a questi documenti e alle intercettazioni, che – sottolinea Lo Voi – sono state essenziali, e grazie anche alle conferme dello stesso imprenditore”. Successivamente, l’imprenditore, comunque indagato, in concorso per il reato di concussione, di fronte all’evidenza delle fonti di prova raccolte, ha deciso di collaborare con gli inquirenti.

“Maria, Mariaaaaa. Ora chi ci cuntu a chisti? Cumsumato sugnu… (Ora cosa devo raccontare a questi? Sono ronvinato…)”. Questa la preoccupazione, espressa in agrigentino stretto, di Massimo Campione, intercettato mentre chiacchiera con la fidanzata, Maria Grazia Butticè, indagata nella stessa inchiesta. “Un ni nisimu di sta cosa, è tinta sta cosa (non ne usciamo da questa vicenda, è una brutta vicenda) – dice ancora Campione – c’ha diri… operai… saranno sicuramente…”.

In altre parole, come dicono anche gli inquirenti, si tratta di “un ingenuo tentativo di stornare da sè, soprattutto dai personaggi pubblici indicati nei fogli, i sospetti di un illecito coinvolgimento in un comune contesto di sistematica corruttela. Uno scomposto conato difensivo foriero invece di indizi fortemente espressivi di quel sistema”.

L’attenzione degli investigatori si è concentrata su una gara di appalto indetta dal Corpo Forestale della Regione Sicilia dell’importo di circa 26 milioni di euro. Appalto relativo all’ammodernamento tecnologico e potenziamento operativo del sistema di radiocomunicazione, compresa l’installazione di una dorsale digitale pluricanale e la realizzazione di un sistema di videosorveglianza di nuova generazione a tutela del patrimonio boschivo e delle aree naturali protette. La ditta aggiudicatrice dell’appalto – nel 2012 e con lavori tutt’ora in corso – è quella dell’imprenditore agrigentino Campione.

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