Milano si è riappropriata “del ruolo di capitale morale del Paese, mentre Roma sta dimostrando di non avere quegli anticorpi di cui ha bisogno e che tutti auspichiamo possa avere”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità Nazionale anti corruzione, Raffaele Cantone, ricevendo dalle mani del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il Sigillo della Città. Alla cerimonia di consegna hanno partecipato anche il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca, e il procuratore Edmondo Bruti Liberati.
Per il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, inoltre, il modello realizzato per Expo a Milano, caratterizzato da “profonda sinergia istituzionale è difficilmente esportabile senza questa sinergia. Stiamo cercando di esportarlo a Roma ma a Roma è questo che manca”. E ha continuato: “Ho incontrato difficoltà, in parte superate anche con l’impegno perché il Comune di Roma non è fatto solo dei soggetti di Mafia Capitale, ma è fatto di moltissime persone per bene. Il problema è trovare una squadra che funzioni. Nell’Amministrazione abbiamo trovato punti di riferimento importanti, anche nel Comune, ma la sinergia che si è verificata a Milano è difficile da esportare come modello. L’idea di lavorare tutti con lo stesso obiettivo, pur nel rispetto della divisione dei ruoli, non è sempre facile da esportare in altre realtà”.
Cantone, dopo le polemiche seguite al suo intervento, ha poi voluto precisare che le sue parole non “sono critiche a Roma ma un pungolo” per stimolare l’idea che si formi anche nella Capitale un modello di sinergia istituzionale”.
Per quanto riguarda il dopo Expo, Cantone ha detto che il rischio “più preoccupante è l’idea che possa essere lasciata una cattedrale nel deserto. Quella sarebbe la cosa peggiore: l’immagine di Expo che ha fatto il giro del mondo sporcata dall’idea che non accada nulla. Ma io sono ottimista e spero che questo non accada. Sarebbe un peccato dopo tanto lavoro”.