Palermo – Blitz della squadra mobile guidata da Rodolfo Ruperti, all’alba, a Palermo che ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Dino Petralia contro Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, Rete ferroviaria italiana. Arrestati anche due dirigenti del corpo forestale.
Scoperto dai poliziotti un giro di “mazzette” pagate da un imprenditore agrigentino, Massimo Campione, titolare di un’impresa di costruzioni, strade e impianti eolici, per un appalto di 26 milioni di euro bandito dalla Regione Sicilia.
L’uomo era stato fermato nelle scorse settimane all’aeroporto Falcone Borsellino, in possesso di una borsa in cui custodiva una cartella scritta al computer con una serie di nomi, cifre e date: tutti riferimenti alle tangenti pagate. Le dichiarazioni dell’imprenditore, che ha deciso di collaborare con le forze dell’ordine, hanno permesso di risalire ai nomi delle persone coinvolte.
Lo Bosco, attualmente ai domiciliari, è accusato di concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Intanto, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, dopo aver appreso degli arresti per tangenti, ha dato mandato alla Regione, in qualità di socio, di chiedere la convocazione dell’assemblea di Ast. “Lo Bosco fuori da Ast – ha dichiarato – “Non appena riceveremo le comunicazioni dalla Procura provvederemo immediatamente a sospendere i due funzionari del Corpo forestale arrestati per tangenti e valuteremo, leggi alla mano, se ci saranno le condizioni per il licenziamento”.
“Non è una indagine lampo. Abbiamo iniziato circa tre mesi fa. E andiamo avanti”, ha commentato il capo della Squadra mobile di Palermo in merito all’operazione nominata “Black list”.
“La corruzione diventa sempre più pervasiva, ormai costituisce un fenomeno – ha detto il Procuratore Francesco Lo Voi, durante la conferenza stampa – Qualche giorno fa il procuratore di Roma ebbe a definire ‘deprimente’ la quotidianità della corruzione riscontrata in un diverso ambito. Credo che io possa oggi utilizzare quello stesso aggettivo per descrivere non una quotidianità, ma descrivere la pervasività del fenomeno corruttivo, che è un fenomeno grave perché mina la liceità e le legittimità delle attività economiche impedendo il corretto svolgimento dei procedimenti amministrativi, la libera concorrenza, danneggiando il mercato e il territorio dei suoi cittadini”.
“Noi – ha aggiunto – eravamo abituati a sequestrare i cosiddetti libri mastri degli estorsori, ora ci siamo trovati davanti a un diverso libro mastro, a metà tra libro mastro e ‘lista delle spesa con nomi e cifre’. Dico che tutto questo è deprimente perché c’è quasi l’utilizzazione di quei metodi con riferimento non al pizzo ma alla corruzione che diventa sempre più pervasiva e che costituisce un fenomeno vero e proprio”.