Crollo Università, tra operai anche il fratello della vittima: ha cercato di liberarlo

di Nicola Rosselli

Aversa – “Sono stato io, alle 18,15, come riporta il mio cellulare, a dare l’allarme telefonando al 115. Una volta che sono giunti i soccorsi non ci hanno fatto più passare, ma, da quanto ho saputo, quando sono giunti in quel maledetto corridoio quel povero muratore era ancora vivo. Vicino c’era il fratello che lavorava con lui. Ha cercato di liberarlo dai calcinacci, poi lo hanno portato via in visibile stato di shock dopo che l’operaio è spirato, rendendo inutile l’intervento dei sanitari del 118 giunti sul posto in pochi minuti”.

A parlare un dipendente della facoltà di ingegneria presente in quello che era il vecchio ospedale della Real Casa Santa dell’Annunziata al momento del crollo del solaio che ha causato la morte del 41enne napoletano Luciano Palestra (leggi qui) e poi all’ingresso, insieme ai carabinieri, ad arginare cronisti e curiosi, in attesa che il magistrato di turno presso il locale tribunale di Napoli Nord desse il permesso di portare via quel corpo senza vita.

“Erano da poco passate le 18, stavo passando davanti all’edificio che ospita la facoltà di ingegneria e, insieme ad altri passanti, ho notato una densa nuvola di fumo che usciva da una finestra al secondo piano. Solo in un secondo momento ho capito che si trattava di polvere. Poi sono venuto a conoscenza della tragedia che si era verificata. E’ assurdo che uno esca di casa per assicurare una vita degna alla sua famiglia e che non vi faccia più ritorno”, ha dichiarato Antonio, falegname in pensione, originario del quartiere che ricorda quando quell’edificio ospitava l’ospedale della Real Casa Santa dell’Annunziata.

“All’improvviso ho sentito come un boato. Mi sono affacciato ed ho visto un solaio che veniva giù con cumuli di polvere. Sono scappato pensando al terremoto. Poi, una volta fuori ho saputo che una persona era rimasta imprigionata sotto quelle macerie. Non riesco a non pensare alla famiglia di quel poveretto, all’eventuale moglie, ai figli quando riceveranno la terribile notizia”. A parlare un altro dipendente della facoltà di ingegneria anch’egli presente nello storico complesso che risale alla regina Giovanna D’Angiò che lo volle per assicurare assistenza, soprattutto sanitaria, ai meno abbienti.

Intanto, questa mattina giungerà sul tavolo del prefetto di Caserta Arturo De Felice la richiesta di notizie per quanto avvenuto ieri sera ad Aversa da parte della senatrice Camilla Fabbri, presidente della commissione d’inchiesta per gli infortuni sul lavoro e malattie professionali. Ad allertare la commissione, che seguirà la vicenda con i poteri inquirenti che sono propri, il senatore aversano Lucio Romano, componente dell’organismo. L’esponente di “Democrazia Solidale” ha anche espresso vicinanza alla famiglia per la grave tragedia che l’ha colpita ed ha assicurato il proprio interessamento per giungere alla verità su quanto avvenuto ieri sera ad Aversa attraverso i lavori della commissione.

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