Aversa – Il giorno dopo, insieme al dolore, sincero, per la vittima, è l’incredulità per quanto avvenuto a fare da padrone. Anche tra gli stessi investigatori. Dopo il momento del lutto e della costernazione è il momento delle indagini, il momento soprattutto dei tecnici, dei periti che saranno nominati dalla procura della repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. L’altra sera il magistrato di turno era il pm Francesco Borriello. Ora non si sa se sarà sempre lui a coordinare le indagini, condotte dagli uomini del commissariato di Aversa, diretti dal questore Paolo Iodice, o se lo farà in prima persona il procuratore capo Francesco Greco.
Mentre il corpo dello sfortunato Luciano Palestra, 41 anni, nato a Cercola, ma da anni residente a Massa di Somma, nel Vesuviano, padre di tre figli che non lo avranno più con loro, è presso l’istituto di medicina legale di Caserta per essere sottoposto a quello che sono in molti a ritenere un ulteriore inutile supplizio: l’esame necroscopico, gli investigatori stanno muovendo i primi passi.
A cedere, come accertato, un solaio di un grande stanzone di circa 120 metri quadrati (uno di quelli che sino a qualche decennio fa ospitava le stanze dei degenti, visto che la Real Casa Santa dell’Annunziata prima di essere sede di ateneo era sempre stata sede di ospedale pubblico), alto ben sei metri. Ed è da quell’altezza che la vittima sarebbe caduta a seguito del cedimento e contemporaneamente investita dalle pietre del solaio.
Ad aver provocato il crollo del solaio che sarebbe stato rinforzato con una suoletta di cemento dopo aver tolto le precedenti vecchie lastre incatramate, prima di essere sottoposto ad una nuova impermeabilizzazione, sarebbe stata una serie di concause. Ad aver interagito sarebbero state le infiltrazioni d’acqua, il peso del massetto di cemento e anche il fatto di aver tolto i vecchi fogli incatramati che, paradossalmente, sino ad allora avevano svolto, quasi certamente, un effetto collante.
Si tratta, ovviamente, di una prima ipotesi tutta da dimostrare. Non a caso dagli uffici del commissariato di via San Lorenzo si registra la laconica affermazione che non potranno che essere i periti, nominati dall’autorità giudiziaria, a verificare se si sia trattato di un accidente, una casualità o se il crollo sia stato la conseguenza di negligenze e/o imperizia.
Svelato, intanto, anche il mistero delle persone presenti al momento dell’incidente e sull’orario extra lavorativo. Premesso, infatti, che, come ha tenuto a precisare il rettore della Sun, Paolisso, la zona in cui si è verificato l’incidente mortale era un cantiere e pertanto interdetta ai non addetti ai lavori, secondo quanto riferito dagli investigatori, in quella stanza c’erano due operai specializzati nell’impermeabilizzazione di solai. Mentre Palestra è stato coinvolto nel crollo essendo sul solaio, il suo compagno di lavoro, che era a terra, è riuscito a fuggire.
La circostanza, poi, che alle 18.15 fossero ancora al lavoro, era dovuta al fatto che avevano atteso che finissero le piogge, cadute incessantemente dalla notte precedente, per poter recuperare il tempo perso ed ultimare l’impermeabilizzazione. Spiegata, inoltre, anche la presenza ad Aversa, nell’edificio che ospita la Scuola di Ingegneria (nuova denominazione della facoltà) del fratello della vittima. Era venuto a prenderlo perché avrebbe, al ritorno che non c’è stato, avuto problemi con i mezzi di trasporto, considerato il cambio di orario di lavoro.
Gli stessi poliziotti hanno potuto già verificare che, sotto l’aspetto amministrativo, la ditta esecutrice dei lavori di consolidamento aveva tutte le carte in regola. I due operai erano stati regolarmente assunti, così come anche i lavori in corso sarebbero stati svolti direttamente senza intermediazioni o subappalti di sorta. I lavori erano di consolidamento e facenti parte di un lotto diverso di opere rispetto a quelli in atto, sempre all’interno della facoltà aversana, in un’altra ala, finanziati con i fondi comunitari nell’ambito dei Piu Europa.
Della vicenda si interesserà anche la Commissione Parlamentare d’inchiesta per le morti sul lavoro. Ad annunziarlo il senatore aversano Lucio Romano, che ha dichiarato: “Esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia dell’operaio deceduto tragicamente sul lavoro nel cantiere della Facoltà di Ingegneria – Seconda Università degli Studi di Napoli – con sede ad Aversa. Come componente della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato sono in contatto con la Presidente Camilla Fabbri per gli adempimenti di competenza. Comunque è stata già attivata la procedura, come da regolamento, per la richiesta al Prefetto di Caserta dei documenti utili alla Commissione per l’approfondimento dell’accaduto”.