Roma – Il disegno di legge Rai approda lunedì in Aula a Montecitorio per la discussione generale e già si avverte clima di battaglia.
I punti salienti su cui verterà la discussione saranno l’introduzione della figura dell’amministratore delegato, un consiglio di amministrazione più leggero e la figura del presidente di Garanzia. I relatori sono i dem Lorenza Bonaccorsi e Vinicio Peluffo.
L’ad, secondo quanto previsto dall’art.2, sarà nominato dal cda su proposta dell’assemblea dei soci, e resterà in carica per tre anni ma potrà essere revocato dallo stesso consiglio. Può nominare i dirigenti, ma per le nomine editoriali deve avere il parere del cda. Ha il ruolo di promuovere e stabilire la collocazione dei giornalisti, su proposta dei direttori di testata e nel rispetto del contratto di lavoro giornalistico; può firmare contratti fino a 10 milioni di euro e ha massima autonomia sulla gestione economica.
E’ prevista per questa figura l’incompatibilità con cariche di Governo, anche se ricoperte nei dodici mesi precedenti alla data della nomina. E’ responsabile per la trasparenza e la comunicazione aziendale.
Anche la nomina del presidente di Garanzia spetta al cda e sarà scelto tra gli stessi membri del consiglio. Il presidente per essere eletto dovrà ottenere il parere favorevole della Commissione di Vigilanza con i due terzi dei voti. Il numero dei partecipanti al consiglio invece scenderà da 9 a 7.
Dall’entrata in vigore della legge, l’attuale direttore generale Antonio Campo Dall’Orto acquisirà le competenze previste dalla riforma per l’ad, mantenendo comunque quelle attuali. L’obiettivo del governo è arrivare al via libera definitivo di Palazzo Madama, dove il provvedimento dovrà tornare, a fine novembre.