Gerusalemme – Le tensioni tra palestinesi e israeliani, latenti da mesi, sono state brutalmente scoperchiate dall’assassinio di due coloni in Cisgiordania, il primo ottobre. Da allora non è passato giorno in cui non si sia verificato il confronto tra il lancio di sassi dei palestinesi e i proiettili esplosi dalle forze di sicurezza della Stella di Davide, come la reciproca aggressione tra arabi e coloni. Violenze che prima di questa mattina avevano portato alla morte di sette israeliani e 25 palestinesi, e tra questi molti autori di attentati.
Oggi, nelle strade di Israele, la cosiddetta “Intifada dei coltelli” è in piena escalation, la vita quotidiana trasformata in un incubo di sangue e paura, i mezzi pubblici di nuovo nel mirino, come nelle precedenti Intifada del 1987 e del 2000.
Due attentatori palestinesi sono saliti su un autobus della linea 78 ad Armon Hanatziv, Gerusalemme Est, la parte palestinese della città, e hanno cominciato a sparare sui passeggeri e ad accoltellarli. Lo afferma la polizia, secondo cui gli aggressori sono stati poi “neutralizzati”: uno è rimasto ucciso a seguito della sparatoria con le forze dell’ordine, l’altro ferito e arrestati. Le squadre di soccorso intervenute hanno dichiarato il decesso di un uomo di circa 60 anni. Almeno 16 passeggeri sono rimasti feriti, di cui sei in modo grave, riporta Radio Israele.
Qualche minuto dopo, un uomo si è lanciato con la sua auto contro i pedoni in attesa alla fermata del bus a Malkei Israel Street, in un quartiere ultra-ortodosso di Gerusalemme Ovest, uccidendo una persona e ferendone una seconda. Poi l’uomo è sceso dalla vettura e ha cercato di colpire i passanti con un coltello. Si parla di almeno cinque feriti, tre in modo grave. Colpito dai proiettili della polizia, l’assalitore ferito è stato catturato, riferiscono i media locali. La vittima è stata identificata nel rabbino Yeshaye Krishevsky, 59 anni, ha dichiarato il portavoce della polizia Micky Rosenfeld.
Un terzo attacco era avvenuto poco prima a Raanana, un sobborgo a nord di Tel Aviv, dove un uomo è stato accoltellato da un palestinese poi bloccato dai passanti.
Il bilancio confermato dalla polizia dei due attacchi di Gerusalemme è dunque di tre morti, tra cui un assalitore palestinese, oltre 20 i feriti. Tragiche cifre salutate con giubilo da Hamas, che si è felicitato in un comunicato per la nuova puntata della “Intifada dei coltelli” scritta a Gerusalemme e a Raanana.
Sul web è intanto apparso un poster in cui le Brigate al-Qassam, l’ala militare del movimento, si sono dette pronte “a scacciare gli occupanti”. Dal Cairo, la Lega Araba in riunione straordinaria ha dichiarato, attraverso il segretario generale Nabil el Arabi, il suo “totale sostegno alla rivolta del popolo palestinese”. Arabi ha lanciato un appello alla comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei palestinesi per “proteggerli dalla macchina da guerra israeliana”.
A seguito dei nuovi attacchi, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha indetto per oggi alle 15 locali (ore 14 in italia) una riunione di emergenza del comitato ministeriale di sicurezza nazionale. La portavoce dell’esecutivo Luba Sarmi ha fatto sapere che il gabinetto straordinario potrebbe adottare misure drastiche, come l’isolamento dei quartieri palestinesi di Gerusalemme Est e un ammorbidimento delle regole sul porto d’armi per permettere agli israeliani di difendersi.
Il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, ha chiesto al governo di imporre il coprifuoco alla popolazione palestinese della città. “Le vite dei cittadini di Gerusalemme sono in pericolo. La mia raccomandazione è di dichiarare lo stato di assedio, perché non possiamo più andare avanti con questa situazione. Apprezzo il lavoro fatto dalle forze di sicurezza, però siamo in guerra contro gruppi terroristici organizzati”.