Isis, colpito convoglio di Al Baghdadi: ignota la sorte del “califfo”

di Redazione

Le forze irachene hanno bombardato un convoglio in cui si ritiene che viaggiasse Abu Bakr al-Baghdadi, l’autoproclamato ‘califfo’ delle aree controllate dall’Isis. Lo hanno reso noto gli stessi militari iracheni, in un comunicato in cui si precisa che è ignota la sorte di al-Baghdadi.

Poco dopo però, fonti  ospedaliere e residenti della città irachena di al-Karabela hanno smentito la presenza del ‘califfo’ tra le vittime del raid aereo iracheno. Nel bombardamento sono morti diversi altri capi del gruppo terroristico.

Il raid è avvenuto nella provincia occidentale irachena di al-Anbar, non lontano dal confine con la Siria, ed è stato compiuto dall’esercito iracheno, in collaborazione con una cellula dei servizi segreti. “L’aeronautica irachena”, si legge nel comunicato, “ha bombardato il convoglio del terrorista Abu Bakr al-Baghdadi, che era diretto a un incontro con comandanti del Daesh” (Daesh è l’acronimo con cui in arabo viene indicato l’Isis). “E’ stato bombardato – prosegue l’esercito iracheno – anche il luogo della riunione e molti dei leader del gruppo sono rimasti uccisi o feriti”.

Le forze di sicurezza irachene già in altre occasioni hanno sostenuto che Baghdadi fosse morto o fosse rimasto ferito nel corso di attacchi, affermazioni che non sono mai state confermate o smentite. Il comunicato segnala che l’aviazione irachena ha raggiunto il convoglio di al-Baghdadi mentre era diretto verso al-Karabela. La città si trova in Iraq occidentale, sulle rive del fiume Eufrate, ad appena 5km dal confine con la Siria.

Il comunicato non specifica quando sia avvenuto l’attacco. La nota è stata divulgata dalla ‘cellula mediatica di guerra’, una struttura che informa della lotta all’Isis a nome dei ministeri di Interno e Difesa, e delle forze paramilitari di Mobilizzazione Popolare. L’operazione è stata condotta in coordinamento tra i servizi di intelligence del ministero dell’Interno e il centro di comando congiunto delle operazioni, in cui lavorano consiglieri militari della coalizione internazionale a guida statunitense.

Intanto, secondo fonti citate dall’agenzia Ansa sarebbe stato liberato Jacques Murad, il prete siriano rapito cinque mesi fa dall’organizzazione dello Stato islamico (Isis). Le fonti precisano che padre Murad si trova a Zaydal, una località a sud-est di Homs, in un’area vicina al confine con la zona controllata dall’Isis. Padre Murad era stato rapito nel maggio scorso, due mesi prima la presa da parte dei jihadisti di Qaryatayn, la cittadina mista cristiano-sunnita dove Padre Murad viveva come priore dell’antico monastero di Mar Elian. Quando l’Isis aveva preso Qaryatayn, aveva catturato oltre 200 cristiani, la maggior parte dei quali sono ancora nelle mani dei jihadisti.

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