Israele, Roger Waters contro i Bon Jovi: “Siete dalla parte del cecchino”

di Redazione

Una lettera aperta quella che Roger Waters, già mente dei Pink Floyd, ha scritto ai Bon Jovi, contestando la loro scelta di suonare a Tel Aviv, in Israele, sabato 3 ottobre.

Secondo Waters, con la scelta di suonare nella capitale israeliana, la band guidata dal cantante italo-americano si è schierata dalla parte degli “assassini” e non delle vittime palestinesi, e questo “è il peggior crimine di tutti”.

Da parte loro, i Bon Jovi hanno preferito non replicare. Sta di fatto che, finora, Jon Bon Jovi non ha mai dato peso politico a quella che è da considerare solo come una data del mini-tour mondiale intrapreso dalla band. In alcune interviste rilasciate ai media israeliani si è limitato a parlare delle bellezze del Paese mediorientale.

Se poi la si vuole mettere sul piano dell’attivismo politico, forse Waters dimentica che i Bon Jovi si sono visti bandire dalla Cina (dove avevano in programma una data) perché considerati “troppo amici” del Dalai Lama. E questo solo perché la band aveva usato le immagini del leader spirituale dei buddisti tibetani durante il tour del 2010 e la storica immagine del ragazzo davanti al carro armato in piazza Tiananmennel video del brano “We Weren’t Born to Follow” del 2009.

Questa la lettera inviata da Waters ai Bon Jovi:

Cari Jon Bon Jovi, David Bryan e Tico Torres,

In passato ho spesso scritto lettere dettagliate, e qualche volta persuasive, ai colleghi dell’ambiente musicale, cercando di incoraggiarli a non dare credito al governo di Israele e alle sue politiche di apartheid con il rifiuto di esibirsi in Israele. Avendo letto i commenti di Jon nello Yediot Ahronoth della scorsa settimana, non mi sprecherò a scrivere paralleli con l’apartheid in Sudafrica e la posizione morale sostenuta da alcuni artisti in passato, e da molti adesso, nel corso delle lunghe decadi di oppressione israeliana ai Palestinesi.

Il dato è tratto, siete convinti di suonare a Tel Aviv il 3 Ottobre. Avete preso una posizione.

Siete spalla a spalla

Con il colonizzatore che ha bruciato il bambino
Con il guidatore del bulldozer che ha fatto a pezzi Rachel Corrie
Con il soldato che ha sparato ai piedi del calciatore
Con il marinaio che ha bombardato i bambini in spiaggia
Con il cecchino che ha ucciso il bambino con la maglietta verde
E con quello che si è svuotato dentro una bambina di 13 anni
E il ministero della Giustizia che ha chiesto il genocidio

Avevate una possibilità per mettervi  sul lato della giustizia

Con il pilota che si è rifiutato di bombardare i campi profughi
Con l’adolescente che ha scelto otto anni di prigione invece dell’esercito
Con il prigioniero che ha fatto 266 giorni di digiuno fino alla libertà
Con il dotto che è stato respinto per aver salvato delle vite
Con il contadino che è stato accoltellato per marciare attraverso il muro
Con il bambino senza una gamba che cresce tra le macerie
E tutti i 550 che non cresceranno mai
Per colpa dei missili e dei carrarmati e delle munizioni che abbiamo mandato

I morti non possono ricordarvi i crimini che avete ignorato. Ma, per timore di dimenticare, “Restare tra i silenziosi e gli indifferenti è il peggior crimine di tutti” (Roger Waters)

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