Catania – Sequestro dei beni, per un valore complessivamente stimato in oltre 2 milioni di euro, eseguito dalla Direzione investigativa antimafia di Catania, nei confronti di Orazio Benedetto Cocimano, 51 anni, considerato elemento di vertice dell’organizzazione mafiosa etnea Santapaola-Ercolano.
L’uomo, arrestato nel luglio 2014 dalla squadra mobile di Catania nell’ambito dell’operazione “Ghost”, dal 2009 ha iniziato la scalata alla gerarchia interna del sodalizio, divenendone il reggente “militare” con il compito di detenere la cosiddetta “cassa degli stipendi”.
Cocimano, particolarmente vicino al pericoloso boss “santapaoliano” Maurizio Zuccaro, è stato indicato dal collaboratore Santo La Causa (di cui sarebbe stato il successore in seno all’organizzazione) come componente del gruppo di fuoco che nel 1996 uccise Luigi Ilardo, confidente del colonnello dell’Arma dei Carabinieri Riccio negli anni della ricerca dell’allora latitante, capo di Cosa nostra, Bernardo Provenzano. Lo stesso collaboratore ne riferisce anche un ruolo chiave nell’omicidio del rampollo dei Santapaola, Angelo.
Lo stesso è stato, inoltre, sottoposto più volte alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, sia nel 2011 che nel 2013. La ricostruzione del profilo criminale di Cocimano, unitamente agli approfonditi accertamenti patrimoniali, estesi anche al suo nucleo familiare, svolti dal personale della Dia, hanno consentito di verificare la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati ed il tenore di vita dello stesso.
I beni sequestrati consistono in quattro società operanti nel settore dell’edilizia, autoveicoli e motoveicoli, nonché sei tra conti correnti e depositi bancari.