Napoli – Una partita di droga sparita, una somma di denaro non corrisposta o l’intenzione di allargare il suo giro di affari in zone gestite dalla “concorrenza”. Sono alcune delle ipotesi avanzate dagli inquirenti che lavorano alle indagini sull’agguato mortale a Domenico Aporta, 24enne napoletano ucciso sabato notte al Rione Berlingieri.
Uno “sgarro”, dunque, quello che sarebbe stato commesso nei confronti dei clan che gestiscono il traffico di sostanze stupefacenti nella zona cosiddetta del “Serpentone”.
La vittima era considerata vicina al gruppo dei “girati” della Vanella Grassi”. Più difficile, invece, collocare il fratello Mariano, ventenne, incensurato, rimasto ferito durante l’agguato in via Monte Faito e riuscito a scappare a bordo del suo scooter per raggiungere l’ospedale.
Intanto, il sangue continua a scorrere sulle strade di Napoli. Nella notte tra domenica e lunedì un giovane, N.M., trentenne, è stato aggredito e ferito con un colpo di pistola ad una gamba. La vittima si è presentata dopo l’una della notte all’ospedale San Giovanni Bosco per farsi medicare. Ai poliziotti che lo hanno interrogato ha raccontato di essere stato avvicinato da un gruppo di sconosciuti mentre camminava lungo via Labriola, a Scampia, che dopo averlo circondato lo hanno picchiato prima di esplodergli contro alcuni colpi di pistola. Gli investigatori stanno accertando se quest’ultimo episodio sia legato alla morte di Aporta.