La Chiesa deve “rinnovare il suo linguaggio” anche nei confronti degli omosessuali, perché “non sono out-sider ma fanno parte della famiglia”. Questo il messaggio lanciato da Papa Francesco in occasione del secondo giorno di lavori al Sinodo sulla famiglia. “Non si tratta di pietà, ma di rispetto per le persone”, ha aggiunto Bergoglio. Nel suo intervento il Pontefice ha toccato altri temi “caldi” quali la comunione ai divorziati e l’aborto.
Nel discorso inaugurale dei lavori del Sinodo, pronunciato lunedì, Papa Francesco aveva esordito dicendo che il concilio non è un Parlamento che cerca compromessi e aprendo la strada alle prime divergenze sui temi della famiglia. “Non dobbiamo lasciarci condizionare e ridurre il nostro orizzonte di lavoro sinodale – ha detto il Pontefice – come se l’unico problema fosse quella della comunione ai divorziati risposati, occorre tenere conto dell’ampiezza delle questioni”. E ha ribadito: “L’ostia ai divorziati non è l’unico argomento”.
Bergoglio “ha tenuto a dire che la dottrina cattolica sul matrimonio non è stata toccata e che non è stata messa in questione dal Sinodo precedente”, spiega il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Una “precisazione” che ha consentito l’introduzione di altri argomenti importanti: dalla violenza sulle donne all’immigrazione, dal lavoro minorile alla poligamia.
Nel corso delle riunioni del Sinodo che si sono tenute finora “hanno parlato 72 Padri, rappresentativi di tutti i continenti”, ha riferito padre Lombardi. Tra i partecipanti intervenuti, dieci provengono dall’America Latina, sette dall’America settentrionale, 26 dall’Europa (compresa l’Italia), 12 dall’Africa, otto da Asia e Oceania, sei dal Medio Oriente. La maggior parte degli interventi è stata fatta in italiano, ma anche in inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese.