A Roma non si può applicare il “modello Milano”, che resta legato alla realizzazione di Expo, ma bisogna portare le esperienze migliori di quel modello e adattarle alla Capitale. A dirlo è il prefetto del capoluogo lombardo Francesco Paolo Tronca che, dopo la decadenza della giunta Marino, lunedì sarà ufficialmente commissario straordinario di Roma.
“Non mi piace parlare di un modello di Milano da esportare, di un modello che si cala così dall’alto. Bisogna prendere il meglio di tutta questa esperienza e adattarla a una realtà che è diversa” ha spiegato Tronca, nel corso di una conferenza stampa per la conclusione dell’Esposizione Universale. “Sarebbe presuntuoso adottare schemi a contesti diversi”.
Tornando invece alla gestione dell’Expo, il prefetto ha detto di essere pienamente soddisfatto “per aver gestito in piena sicurezza un evento di dimensioni così significative e che soprattutto è durato sei mesi”. Alla domanda in cosa consista esattamente il modello Milano, Tronca ha risposto che “non è altro che un modo di lavorare avanzato, in piena sinergia, guardando agli obiettivi come una squadra e facendo in modo di trasformarli in risultati”.
Fiduciosa su una possibile “esportazione” del modello Expo è invece la ministra Maria Elena Boschi, che nel corso di un incontro sulla legalità ad Arezzo, rinnova la fiducia del governo nei confronti di Tronca, spiegando che “noi crediamo che il successo del modello Expo valga anche per Roma, per il Giubileo. Per questo abbiamo chiamato il prefetto di Milano, Paolo Tronca, come commissario di Roma: sarà occasione di rilancio per Roma sotto tutti i punti di vista”.
Non si placa, intanto, la polemica a Roma per l’uscita di scena di Ignazio Marino, che in conferenza stampa, dopo le dimissioni in massa di 26 consiglieri comunali, ha affermato sabato di essere stato “accoltellato da 26 nomi e cognomi, ma con un solo mandante”. Il giorno dopo, camminando verso il Campidoglio, Marino ha detto: “Sto bene. Sono molto orgoglioso di quello che ho fatto”. E sul suo futuro: “Non ho programma di morte imminente. Questa è la mia città”.
“Marino non è vittima di una congiura di palazzo, ma un sindaco che ha perso il contatto con la sua città e la sua gente”, ha commentato invece Matteo Renzi.
L’attenzione si sposta ora verso il prossimo appuntamento elettorale con con la ricerca di candidati per la guida del Campidoglio e l’individuazione di quelli che potranno essere schieramenti ed alleanze. In un’intervista a Repubblica Berlusconi spiega che “il nostro candidato a Roma sarà Alfio Marchini. Lui comunque si candida, proporre un nostro nome alternativo porterebbe a una sconfitta certa”. L’ex premier esclude invece una candidatura di Giorgia Meloni: “Non credo, perché Giorgia punta alla Regione. Lei sarebbe un buon governatore. Ma arriva lo stop della stessa Meloni: “Noi di Fdi, che ricordo essere accreditato come primo partito della coalizione nella capitale, non siamo in alcun modo disponibili a sostenere a Roma la candidatura di chi come Marchini, ha partecipato alle primarie del Pd, come abbiamo spiegato a Berlusconi più volte”.
Si muove anche il Movimento 5 Stelle, dando in crescita nei sondaggi e che non nasconde di puntare alla conquista del Campidoglio. Secondo quanto si apprende le “Comunalie” (la consultazione online per il candidato) potrebbero tenersi al massimo entro dicembre. E i 4 consiglieri uscenti sono in pole position “alla luce del lavoro svolto in questi due anni”.