Roma – A pochi giorni dall’outing del monsignor polacco Kryzstof Charamsa che ha dichiarato la propria omosessualità, Papa Francesco ha avviato i lavori del XIV sinodo ordinario sulla famiglia, alla presenza di 270 vescovi di tutto il mondo.
“Il sinodo deve parlare con franchezza e non fare compromessi perchè non è un Parlamento – ha dichiarato Bergoglio – è un camminare insieme con spirito di collegialità e sinodalità, adottando coraggiosamente parresia, zelo pastorale e dottrinale, saggezza, franchezza, e mettendo sempre davanti ai nostri occhi il bene chiesa, delle famiglie e la salute delle anime”.
“Il concilio non è un parlamento dove per raggiungere il consenso si fa un accordo comune, un negoziato, un patteggiamento o dei compromessi: unico metodo è quello di aprirsi allo Spirito santo con coraggio apostolico e umiltà evangelica”, ha proseguito il Pontefice.
E ancora: “Per lasciare agire lo Spirito santo, noi padri pratichiamo il coraggio apostolico, l’umiltà evangelica e l’orazione fiduciosa. Il coraggio apostolico che non si lascia impaurire di fronte alle seduzioni del mondo che tendono a spegnere nel cuore degli uomini la luce della verità, sostituendola con piccole luci, e nemmeno di fronte all’impietrimento di alcuni cuori che nonostante le buone intenzioni si allontanano da Dio”.
“Il coraggio di portare vita e non fare della nostra vita cristiana un museo di ricordi. L’umiltà evangelica che sa svuotarsi delle proprie convinzioni e pregiudizi per rivestirsi di Dio, che porta non a puntare il dito contro gli altri per giudicarli, ma a tendere loro la mano per aiutarli a rialzarsi, senza mai sentirsi superiori a loro. L’orazione fiducios quando ci si apre a Dio, si fanno tacere tutti i nostri umori per ascoltare la soave voce di Dio che parla nel silenzio: senza ascoltare Dio tutte le nostre parole saranno soltanto parole, che non saziano e non servono, senza lasciarsi guidare dallo Spirito tutte le nostre decisioni saranno soltanto delle decorazioni che invece di esaltare il vangelo lo ricoprono e lo nascondono”, ha aggiunto.
In merito alla confessione di padre Charamsa, ha detto: “Una Chiesa con le porte chiuse tradisce se stessa e la sua missione, e invece di essere un ponte diventa una barriera. L’uomo che sbaglia deve essere sempre compreso e amato, e la Chiesa deve cercarlo, accoglierlo, accompagnarlo”, ha concluso Papa Francesco.