È partita con il cordoglio alle vittime del maltempo la conferenza stampa sulla legge di stabilità. Il premier, Matteo Renzi, che ha scelto per questa Finanziaria lo slogan “L’Italia con il segno più”, ha sottolineato che “per la prima volta nella storia repubblicana con il nostro governo le tasse vanno giù” e ha citato gli interventi quali il bonus da 80 euro, il taglio di Imu e Tasi e gli interventi su Ires e Irpef già definiti o in arrivo nei prossimi anni. “Si scrive ‘legge di Stabilità’, ma si pronuncia ‘legge di fiducia’. Il nostro destino non è Bruxelles, a New York, a Pechino; è nelle nostre mani”, ha detto ancora il premier.
Una legge di stabilità che prevede una manovra da 27-30 miliardi, con un elastico di cifre che dipende dal riconoscimento o meno in sede europea di un margine di flessibilità pari allo 0,2% del Pil (circa 3 miliardi di euro), alla luce dell’emergenza migranti. La maggior parte di quei denari, 17 miliardi, servono per sterilizzare le clausole di salvaguardia ereditate dal passato.
“C’è una parte tra di noi che ritiene che le regole europee debbano essere rispettate e una parte che vorrebbe applicarle con un pochino più di fantasia. La nostra scelta è di rispettare le regole europee avendo fatto un lavoro gigantesco per cambiarle”. Nella sua introduzione, Renzi ha parlato di un taglio dell’Ires, la tassa sui profitti delle imprese, al 24% dal prossimo anno. L’anticipo rispetto al calendario iniziale, che prevedeva il taglio dal 2017, dipende però dall’ok Ue allo sfruttamento dei margini sull’emergenza migranti: “Se ci sarà questa clausola, saremo ben felici di usarla per l’Ires e ulteriori interventi sull’edilizia scolastica”. Parlando delle “molte buone notizie” contenute nella Finanziaria, ha annunciato gli attesi interventi sui “minimi per le partite Iva, una sorta di Jobs Act per i lavoratori autonomi”. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha aggiunto: “Questa manovra porta un notevole abbattimento delle tasse, sulla prima casa ma anche sull’attività dell’impresa: abbattiamo le tasse su tutto il campo”.
Nel dettagliare il testo, il premier è tornato a fare uso delle slide per spiegare gli interventi. A cominciare proprio dall’abolizione delle tasse sulla prima casa, per poi annunciare un intervento straordinario sulle case popolari di efficientamento energetico ed edilizio. Confermati dunque i ‘super-ammortamenti’: le aziende che investono in macchinari possono ammortizzare il 140% del loro valore. Al quarto punto, Renzi ha messo il ‘Paese più semplice’ che riguarda le misure sul contante , per le partite Iva e gli autonomi. Per l’edilizia, conferma a “ecobonus e bonus mobili e altre misure confermate e questa è un’altra buona notizia”. Lo sblocco dei soldi dei Comuni (675 milioni) in avanzo, ma congelati dal patto di Stabilità, è un altro degli interventi proposti, con 450 milioni di intervento per “chiudere la ferita della Terra dei Fuochi”; sempre guardando al Sud sono stati inseriti fondi per la Salerno-Reggio Calabria e stanziamenti per l’Ilva. Ancora, sul versante sociale, 400 milioni per il servizio civile e, su quello dell’agricoltura, l’abolizione dell’Imu agricola e dell’Irap. In tema di lotta alla povertà, con 600 milioni impegnati, Renzi ha annunciato misure soprattutto per i minori, con interventi coordinati con Comuni, terzo settore e fondazioni bancarie (social card). Anche sulle pensioni si conferma l’esclusione di una flessibilità in uscita vera e propria, ma entrano il part-time, un innalzamento della no-tax area, l’opzione donna e la salvaguardia per gli esodati. Mezzo miliardo riguarda ancora la contrattazione di secondo livello, 300 milioni i contratti pubblici. Rispetto alla vigilia si conferma anche il canone Rai nella bolletta: sarà di 100 euro.
Sulla sanità è stato confermata la dotazione del fondo di 111 miliardi, contro i 113 attesi. Nella voce dei risparmi va anche il taglio promesso da 8mila a millepartecipate. “La spending review sarà quello che ci aspettavamo, al netto degli interventi sulle tax expenditure: circa 5 miliardi”, ha spiegato Renzi dimezzando dunque l’obiettivo rispetto ai 10 miliardi annunciati nei mesi scorsi. 1 miliardo è atteso dalle norme sui giochi, dalla voluntary disclosure – il rientro dei capitali detenuti illegalmente – si prevedono incassi per 3,4 miliardi. La flessibilità Ue, va ricordato, nella sua massima portata vale 16-17 miliardi con l’innalzamento del rapporto deficit/Pil fino al 2,4%.
Il testo dovrà ora passare all’esame del Parlamento e di Bruxelles; l’Europa avrà tempo fino alla fine di novembre per dare l’ok, ma se dovesse chiedere modifiche sostanziali (come avvenuto nei giorni scorsi per la Spagna) si farà sentire nel giro di un paio di settimane. Già il vicepresidente Valdis Dombrovskis è tornato a farsi sentire in riferimento all’annunciata abolizione della tassazione sulla prima casa: sul fisco, la Commissione europea conferma l’invito a spostare la tassazione dal lavoro a consumi, proprietà e capitale, mentre “l’azione decisa dal governo italiano non va in questa direzione: dovremo discutere con le autorità italiane per capirne le ragioni”. Proprio a lui ha risposto indirettamente Padoan quando ha rimarcato che il taglio del Fisco è “a tutto tondo”.
Questa sarà l’ultima Stabilità: dal prossimo anno tornerà ad abbinarsi, infatti, alla legge di Bilancio che dall’abolizione della Finanziaria viaggia su binari paralleli.