Maddaloni – Una famiglia dedita all’usura che aveva lucrato ai danni dei titolari di una ditta corrispondendo prestiti con interessi dal 30 al 106%. Tre gli arresti eseguiti martedì mattina dai carabinieri di Maddaloni a carico di Michela Eliseo, 85 anni, i figli Ferdinando e Giuseppe D’Angelo. Per la nuora, Maddalena Razzano, disposto l’obbligo di firma.
Vittime Lucia e Teresa Lombardi, proprietarie di una ditta operante nel settore degli articoli casalinghi, a Maddaloni, che aveva ricevuto un prestito erogato fra il 2011 e il dicembre 2014 per fronteggiare un momento di difficoltà nella gestione dell’azienda.
Sono state ricostruite le somme di denaro complessivamente date in prestito e quelle corrisposte ai presunti usurai (con tassi dal 30% al 106%), così come è stata ricostruita la ripartizione dei ruoli fra gli indagati: la più anziana della famiglia si è occupata della riscossione dei ratei settimanali; la nuora ha assunto la funzione di “intermediario” tra le vittime e gli usurai; i due fratelli si sono imposti quali promotori ed organizzatori del prestito usuraio, ricorrendo anche a minacce nei confronti delle vittime, alle quali rappresentavano le conseguenze nel caso non avessero provveduto ad onorare il debito.
Le indagini sono iniziate a seguito della denuncia presentata da una delle vittime e proseguite con perquisizioni domiciliari utili a rinvenire documenti contabili riportanti l’elenco delle vittime e delle relative somme da riscuotere (guarda foto sottostante).
E’ emerso che una delle vittime, titolare di esercizio commerciale di Maddaloni, aveva rappresentato il proprio disagio economico a Maddalena Razzano, donna che le faceva le pulizie domestiche, la quale le aveva suggerito di chiedere un prestito a sua suocera Michela Eliseo, detta “Calina”. Gli usurai praticavano sconti sulle somme da restituire (già comprensive di interessi) qualora in pagamenti fossero avvenuti in maniera puntuale. Ulteriore sconto sarebbe stato applicato se il debito fosse stato elargito in una unica soluzione. L’eventuale ritardo nei pagamenti comportava invece una maggiorazione: una “mora” di venti euro per ogni giorno di ritardo.
“Ti infilo un coltello nella pancia. Ti do una botta in testa con un bastone”. Così la 85enne, intercettata dai carabinieri, come riporta l’agenzia Agi, si sarebbe rivolta alle vittime quando non erano in grado di pagare.