Napoli – Wini e Jula, mamma e figlia, sono le elefantesse trasportate da Copenaghen allo Zoo di Napoli, come deciso dal coordinatore Eep (European Endangered Species Program), di questa specie. Un altro passo importante per lo Zoo di Napoli che sempre di più entra nella comunità degli zoo moderni.
Win Thida il nome per esteso della mamma di 48 anni, chiamata col diminutivo Wini, e Jula, la figlia di 28 anni, sono state accolte al meglio secondo le prassi più accreditate degli zoo moderni, quindi cura dell’alimentazione, arricchimenti ambientali, training per la pulizia della pelle e dei piedi.
Per far questo i veterinari dello Zoo di Napoli, Piero Laricchiuta e Pasquale Silvestre, sono andati a Copenaghen per conoscere le loro modalità di lavoro e un keeper danese è ora a Napoli per far sentire a casa gli elefanti e lavorare in tal senso con i keeper locali.
Gli elefanti paiono felici nella nuova casa, soprattutto grazie all’ambientazione, il prato li rende particolarmente gioiosi, erba fresca che non cresce a Copenaghen oltre agli arricchimenti ambientali così come previsti per altre specie, una sorta di giochi, per tenerli attivi e farli divertire, come cercare le mele che i keeper nascondono sotto al terreno o in tubi di plastica, o farsi il bagno nella vasca che con la temperatura campana più mite rispetto a quella che conoscono gli è sicuramente più congeniale.
La casa degli elefanti fu progettata dall’architetto romano Luigi Piccinato negli anni ‘40: con una struttura centrale come ricovero per gli animali, e tre petali di terra che si aprivano attorno, andando a costituire l’outdoor. Le uniche modifiche fatte, sono state per il benessere animale, questi avranno a disposizione uno spazio di circa 3000 metri quadrati, munito di una grande vasca d’acqua. Il pubblico può osservare gli elefanti da una distanza minima di quattro metri, sono stati introdotti alberi ad alto fusto (acacie) per ombreggiamento, necessario al loro benessere oltre a numerosi oggetti per l’arricchimento ambientale: tronchi, ad esempio, o strutture specifiche per il fieno.
Il petalo occidentale ha come substrato terra fangosa; quello orientale, la sabbia. Questo perché gli elefanti amano immergersi nel fango e nella sabbia. Oltretutto, tre tipi diversi di terreno, consentono ai piedi degli elefanti di tenersi in “buona salute”.