Napoli – Disparità di trattamento, da Provincia a Provincia, per le modalità di visite ispettive. Ma anche scadenze a brevissimo termine che richiedono risposte veloci degli Enti istituzionali preposti: è per questo che dal 27/11/2015 e fino a data da destinarsi le scuole di formazione professionale facente capo a Si.Form. e Movimento Libero e Autonomo delle scuole di formazione autofinanziate (in totale circa 160 enti) hanno proclamato lo stato di agitazione. La decisione segue la riunione tenuta nei locali della scuola di formazione ACIIEF a cui hanno partecipato numerosi rappresentanti delle scuole di formazione aderenti.
“Vogliamo che venga stilato un protocollo univoco per tutti gli enti di formazione professionale in Campania – tuona il presidente del Movimento, Luca Lanzetta, che rincara – Le ispezioni devono coinvolgere tutti allo stesso modo”. Da anni, infatti, il Movimento si batte nella legalità del comparto formazione campana e alcuni casi riscontrati di visite ispettive sono stati ritenuti “sospetti”. “Abbiamo constatato – continua Lanzetta – che in alcune province le visite ispettive si svolgono in maniera difforme, nel metodo e nello spirito. Avendo un interlocutore importante come l’assessore regionale Chiara Marciani, ottima persona precisa, puntuale, preparata e sensibile ai nostri problemi, chiediamo a quest’ultima che diventi garanzia di parità nei trattamenti di tutti gli enti di formazione campani”.
“Nel settore – conclude nel suo intervento Lanzetta – è stato fatto tanto ma ancora tanto c’è da fare. Soprattutto a tutela dell’utenza: l’utente ha tutti i diritti del mondo di avere un’ottima formazione professionale. E ci sono enti che possono dare questa formazione, vanno messi in condizione di lavorare tranquillamente”.
Sulle modalità con cui si paleserà questo stato di agitazione non ci sono ancora certezze, è probabile che gli enti di formazione che aderiranno lo stato di agitazione cercheranno di negare le visite ispettive ai membri della Provincia. “Una cosa è certa: almeno in questa prima fase non intendiamo far ricadere i disagi sull’utente finale – afferma Raffaele Pagano di Si.Form. – Le istituzioni, nelle rispettive competenze, devono prendere atto delle nostre rivendicazioni”.
Continua Pagano: “Ci sono delle scadenze, come quella del 31 dicembre 2015 che è data ultima per l’avvio delle attività formative, che necessita di una proroga altrimenti le nostre attività vanno in stallo. Poi c’è quella del 30 giugno 2016, imposta dall’Unione Europea a seguito del decreto interministeriale che obbliga a tutte le Regioni di dover adeguare l’offerta formativa al repertorio nazionale ed europeo. Se nulla verrà fatto per quella data, le nostre scuole diverranno obsolete nei titoli e quindi non competitive nel mercato del lavoro. Insomma, è necessario che le istituzioni interessate diano risposte immediate per consentire agli enti di formazione non solo di fare impresa ma di fare LA buona impresa!”.