Napoli, l’Orchestra sinfonica San Giovanni alla conquista della Cina

di Ludovica Ambroselli

Napoli – Sono partiti dall’aeroporto di Fiumicino alla volta della Repubblica Popolare Cinese i 50 musicisti dell’orchestra sinfonica San Giovanni di Napoli, diretta dal Maestro Keath Goodmann. Sempre più proiettata verso palcoscenici internazionali, la giovane orchestra campana è volata a Shenzhen per rappresentare l’Italia in un noto Festival che vedrà impegnate orchestre provenienti dalla Germania, dall’America, da Singapore e dalla Cina stessa.

“Si preannuncia dunque come per le passate edizioni, una manifestazione di grande impatto mediatico nell’estremo oriente e che vedrà la partecipazione di oltre 15000 spettatori a concerto”. L’evento è sponsorizzato dal ministero della cultura cinese. Il tenore cilentano Diego Raphael Fortunato sarà solista dell’orchestra San Giovanni che per l’occasione verrà diretta anche dal giovane talento della direzione il cinese Fan Ding”.

La passione per la nostra musica classica in Cina è sempre intensa e lo dimostra lo stato con grandi finanziamenti, oltre agli sponsor privati che la finanziano. Parlano chiaro i milioni di musicisti – professionisti e dilettanti – e le sale che crescono come funghi, accogliendo un pubblico sorprendentemente giovane. Ma i cinesi non aspettano piu’ nessuno lungo la riva del fiume,  sono cinesi gli interpreti che svettano nel mercato internazionale, basti pensare al caso del pianista Lang Lang e al compositore Tan Dun.. “Così, capita che la «classica» boccheggi in Europa e viva una seconda giovinezza nell’Impero del Drago”? Saremo in grado di competere in un prossimo futuro?

Per saperne di piu’ abbiamo rivolto qualche domanda al Maestro Goodmann:

Come nasce questo progetto per la Cina? Aveva già collaborato con il suo collega direttore d’orchestra Maestro Fan Ding?

Il Tour nasce grazie ad una idea del M. Fan Ding, giovane direttore cinese che attualmente risiede in Italia. Ci siamo conosciuti al corso di direzione d’orchestra del maestro Zampieri durante il Nepi Festival negli ultimi due anni. Per questi corsi è stata utilizzata sempre l’orchestra San Giovanni di Napoli (da me preparata per l’occasione). Ho avuto modo, quindi, di approfondire la conoscenza del maestro Fan Ding, con il quale siamo riusciti, dopo mesi di intenso e difficile lavoro organizzativo, a realizzare questo progetto. La collaborazione è di fatto partita con il concerto tenuto all’Expo di Milano lo scorso 29 ottobre presso il padiglione dell’emirato arabo del Qatar.

Quali sono le tappe del tour cinese?

I Concerti, che saranno diretti da me e dal maestro Fan, si svolgeranno nelle città di Shenzhen, Zhuhai, Ganzhou, Nanchang. Per tali concerti l’orchestra San Giovanni sarà composta da ben cinquanta musicisti impegnati dal 7 al 12 novembre.

Quale sarà il programma che presenterete e quali sono state le motivazioni?

Ci sono autori e brani che rappresentano l’Italia, come la celebre Sinfonia “Italiana” di Mendelssohn, l’Ouverture “La forza del destino” di Verdi, e alcuni famosi temi di colonne sonore di Rota ed anche una mia composizione (Romanza per orchestra, op.66). Inoltre verranno eseguiti alcuni brani della tradizione musicale cinese (Jasmine Flower) e della tradizione classica napoletana, con la partecipazione del tenore Diego Fortunato.

Cosa pensa di questo confronto con la Cina? Perché i cinesi sono così appassionati alla musica classica europea?

Negli ultimi anni si è sempre più sviluppato in questi paesi l’interesse per la musica classica europea, la quale rappresenta certamente una delle massime conquiste dell’umanità, ma per loro rimane ancora una cosa abbastanza nuova; quindi quando hanno iniziato ad approfondirla si sono affrettati a cercare di conoscerla e studiarla il più possibile, raggiungendo spesso livelli tecnici e artistici molto alti.

Abbiamo un ruolo di primo piano agli occhi della Cina, che vuole conoscere aprendo le porte di casa ai musicisti italiani soprattutto, come vede il futuro della nostra musica e dei nostri musicisti in rapporto al mercato cinese?

Sicuramente un mercato in espansione molto interessato alla nostra cultura musicale e probabilmente molto più disponibili nell’investire sulla musica rispetto allo scarso interessamento che ha l’Italia al riguardo.

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