Aversa – Un parco regionale urbano all’interno dell’ex ospedale psichiatrico Santa Maria Maddalena, un patrimonio immobiliare praticamente inestimabile, che insiste su tre comuni (Aversa per la maggior parte, ma anche Trentola Ducenta e Lusciano), oggi terra di nessuno, quasi un pericolo per chi si dovesse avventurare tra i viali che hanno visto ben altra attività.
A lanciare l’idea, con una nota che sarà inviata al governatore della Regione Campania (che ne è la proprietaria attraverso l’Asl di Caserta) Vincenzo De Luca, l’ex assessore delle giunte guidate dal sindaco Mimmo Ciaramella e consigliere comunale uscente, Gino della Valle, attualmente indipendente, come tiene a precisare.
“Al di là di quello che si vuole realizzare negli edifici dell’ex ospedale psichiatrico aversano – ha dichiarato Della Valle – il principale intento deve essere quello di preservare il tantissimo verde che vi è all’interno per evitare sorprese, tenuto anche conto che qualche anno fa l’Asl emano una richiesta di manifestazione di interesse. Di parchi urbani ve ne sono tanti e la spesa per realizzarlo non è di quelle proibitive. Aversa ha necessità di verde e questo di cui parliamo è un patrimonio immenso. Tra l’altro, con l’avvio dell’iter dei finanziamenti europei per il periodo 2014-2020, non credo sia difficile farsi finanziare un progetto che consenta non solo l’istituzione del Parco Urbano Regionale posto al servizio dei tre comuni interessati ma anche il recupero degli edifici che hanno un valore economico prorompente, visto che potrebbero essere ospitati università, istituti scolastici provinciali che oggi pagano decine di milioni di euro di fitto e così via”.
Potrebbe anche apparire un’eresia, ma c’è chi ha visto in questo complesso, che è una vera e propria cittadella, oggi occupata parzialmente da uffici e laboratori dell’Asl, oltre che dalla cooperativa sociale Fuori di Zucca e da alcune associazioni di volontariato, la possibilità di una sede per quel policlinico della Seconda Università degli Studi di Napoli che Caserta non riesce a realizzare da decenni, ma che, inspiegabilmente, si fa finta di non vedere. Oltre agli edifici di natura sanitaria, non si può non ricordare, poi, la bellissima e fatiscente chiesa della Maddalena, anch’essa depredata sotto gli occhi di tutti.
Il complesso si estende per circa 174mila metri quadrati e racchiude oltre ad un’enorme area verde anche diversi fabbricati di pregio. Oltre alla Chiesa della Maddalena, il chiostro di San Bernardino, il palazzo Stajano, il palazzo Leonardo Bianchi (di proprietà del Comune di Aversa), il blocco nuovo (attualmente sede di uffici dell’Asl) oltre a tanti altri manufatti di minor pregio, tra cui la vecchia falegnameria, recuperata e trasformata in centro sociale dall’associazione Iskra.
Le sue radici sono lontane nel tempo. L’ex Ospedale Psichiatrico Santa Maria Maddalena, infatti, fu fondato da Carlo I d’Angiò nel 1269, fuori Porta San Nicola, come Hospitium Lebrosorum, su una preesistente e antichissima cappella. Dal 1420 al 1813 il sito fu un importantissimo convento Francescano. La Real casa dei matti del Regno di Napoli in Aversa, primo manicomio d’Italia, fu inaugurata da Gioacchino Murat nel 1813, e nel periodo di massima estensione ha ospitato più di 6000 pazienti. Nel marzo del 1944 fu considerato centro per i profughi di guerra, e pertanto molti dei pazienti ospitati si dispersero. Solo nel 1946 i folli ritornarono nella struttura aversana e iniziò nuovamente la vita ospedaliera fino alla chiusura negli anni ottanta a seguito della Legge 180/78, voluta dallo psichiatra Franco Basaglia.