Sant’Arpino – Dopo alcuni giorni di riflessione Andrea Guida, presidente del Consiglio comunale di Sant’Arpino, e Giovanna Varlese, consigliere comunale, sentono l’esigenza di esprimere il loro pensiero sulle ultime vicende che hanno caratterizzato il percorso politico amministrativo della coalizione di maggioranza visto che non è stato possibile farlo al tavolo politico della maggioranza. In primis, chiedendo le dimissioni del sindaco facente funzioni, Aldo Zullo, in rotta, insieme all’assessore Brasiello ed altri pezzi dell’ormai ex maggioranza, con l’ex sindaco Eugenio Di Santo e i suoi fedelissimi.
“Questa esperienza amministrativa – affermano Guida e Varlese – nata con tanto entusiasmo e rinnovamento, è stata innegabilmente caratterizzata dalla nota vicenda del sindaco Eugenio Di Santo. Dopo un iniziale sbandamento la maggioranza decise di proseguire il percorso amministrativo, con l’intento di raggiungere gli obiettivi prefissati dal nostro programma elettorale andando avanti con il sindaco facente funzioni e con l’accordo di condividere il più possibile tutte le decisioni importanti di carattere politico ed amministrativo. Tale decisione, condivisibile o meno, fu presa perché anche se era venuto meno il sindaco legittimante eletto esisteva comunque una maggioranza legittima eletta dal popolo santarpinese che a pochi mesi dalle elezioni aveva la volontà di mettersi in gioco ed al servizio dei cittadini. Tale condizione pertanto ci ha consentito di portare avanti il nostro percorso amministrativo.
Sono invece alcuni mesi che assistiamo nostro malgrado ad una serie di equivoci e malintesi all’interno della coalizione di maggioranza derivanti dal fatto che il sindaco facente funzioni, dimenticandosi che lui non è il sindaco legittimamente eletto, nonostante le nostre richieste di convocazione del tavolo politico di maggioranza, ha portato avanti una serie di importanti scelte amministrative senza alcun coinvolgimento di tutti i consiglieri di maggioranza, che sono culminate con la revoca delle deleghe ai due assessori Boerio e Cinquegrana.
Decisioni che hanno provocato una profonda spaccatura all’interno della maggioranza e che alla vigilia del raggiungimento di importanti obiettivi nel campo dell’urbanistica (Puc) e dei lavori pubblici (Lavori di risanamento fognario ed asilo nido) ci hanno lasciato quanto meno perplessi sulla reale intenzione del sindaco f.f. e delle persone a lui vicine di raggiungere realmente questi obiettivi. Infatti ci chiediamo con quali numeri il sindaco f.f. ha intenzione di amministrare? E con quale maggioranza legittima pensa di poter approvare questi importanti provvedimenti? Con i voti della minoranza o di consiglieri indipendenti dalle idee confuse? Non ci crediamo.
Dopo la revoca delle deleghe ai consiglieri Boerio e Cinquegrana, alla nostra richiesta ufficiale di convocazione del gruppo consiliare di Alleanza Democratica, ci siamo visti rispondere con un comunicato a mezzo stampa con il quale il sindaco f.f. Zullo, il consigliere Salino, il capogruppo (ex) Cammisa e l’assessore Brasiello uscivano dal gruppo consiliare e con un appello richiamavano alla responsabilità affinché in questi ultimi mesi di consiliatura si approvino alcuni importanti punti programmatici, a cominciare dal Puc. Ma allora ci chiediamo….questa responsabilità nelle settimane e giorni scorsi dov’era finita? Bah!
A dire la verità, visto il prossimo turno elettorale che ci attende in primavera, tutto questo ci sembra solo una operazione pre-elettorale, con lo scopo di gestire in questi ultimi mesi di legislatura la macchina amministrativa al fine di creare il più bieco clientelismo politico e con lo scopo di dividere nuovamente i cittadini tra quelli pro o contro Di Santo o quelli pro o contro Capone, come se fossero vacche al mercato da marchiare. Ormai è una storia vecchia.
Pertanto, su una cosa siamo d’accordo, serve un cambio di passo, serve chiudere quest’esperienza a 360 gradi e dare il via alla politica seria.
Pertanto, ti chiediamo noi un vero gesto di responsabilità caro sindaco f.f., dimettiti, prendi atto che non ci sono più le condizioni minime per governare e libera il paese da questa empasse”.