L’Opg “Saporito” in dismissione: ma non ci sono strutture alternative

di Nicola Rosselli

Aversa – “L’ospedale psichiatrico giudiziario ‘Filippo Saporito’ chiuderà definitivamente i battenti non prima del prossimo autunno”, aveva affermato al primo aprile scorso la direttrice della struttura aversana, il più antico manicomio criminale d’Italia, la dottoressa Elisabetta Palmieri e, dall’alto della sua esperienza, ci è andata vicino. Almeno per quanto riguarda i pazienti campani per i quali si preannunzia il trasferimento definitivo verso le Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di destinazione entro la metà del prossimo mese di dicembre. Rimangono, però, i pazienti laziali che non hanno ancora un posto presso le Rems della loro regione.

Insomma, ad oltre sette mesi dalla dismissione, si dovrà continuare nelle attività di trasferimento che non potranno non tenere conto di quanto fatto o da fare da parte delle Asl di origine degli attuali ricoverati. Ricoverati che nell’ultima settimana di marzo passarono da 103 a 96 a seguito di alcune dimissioni/scarcerazioni di detenuti / pazienti da parte dell’autorità giudiziaria. Di questi 96 pazienti, stando ai dati forniti dalla dirigenza del Saporito, 35 erano di competenza della Regione Campania, mentre i rimanenti 61 provenivano da Lazio, Abbruzzo e Molise. Da allora ad oggi la situazione è sensibilmente migliorata. Queste ultime due regioni hanno incamerato i propri pazienti.

Al momento vi sono in totale 42 ospiti di cui 20 laziali e 22 campani. Laziali che sono stati assegnati alla Rems di Palombara Sabina, che, però, non ha posto per loro. Come sottolineato dagli addetti ai lavori, si è dato il via alle dismissioni senza predisporre le strutture alternative, facendo un discorso praticamente al contrario di quello che doveva essere secondo logica.

Per quanto riguarda i campani, ad essere interessate sono due province: Caserta e Avellino. In Terra di Lavoro vi sono state due rems provvisorie a partire dal primo aprile, a Statigliano, nel comune di Roccaromana, con 20 posti e a Mondragone con 8. Ad esse si deve aggiungere una rems provvisoria in provincia di Avellino a Bisaccia che, però, ha curato solo i nuovi ingressi a far data proprio dal primo aprile. A metà dicembre si avrà una rems definitiva a Calvi Risorta con 20 posti letto (era prevista per agosto) e a San Nicola Baronia, in provincia di Avellino ad inizio dicembre (era prevista per maggio scorso).

Altri 12 posti, come preannunziato dal commissario dell’Asl di Caserta, Gaetano Danzi, dovrebbero essere reperiti in tempi brevia Vairano Patenora, dove da qualche giorno si sono intensificate le attività per l’ultimazione nel rispetto della normativa.

Il paradosso sembra essere che il ‘Saporito’ continuerà ad essere aperto per una ventina di degenti non campani. Una situazione che, però, genera anche uno sperpero di danaro pubblico. Al momento, infatti, nella struttura carceraria-sanitaria aversana, nonostante si sia passati ad un numero così ridotto di pazienti, l’intero organico, sia civile che giudiziario, rimane in attesa della riconversione per la quale sembrerebbero non esserci disegni definitivi se non quello dell’istituzione, in una minima parte dell’immenso patrimonio immobiliare, un carcere a custodia attenuata per detenute madri e per detenuti con il permesso di lavoro all’esterno.

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