Aversa – Niente nuovi costruzioni nel futuro urbanistico di Aversa. Sembra essere questo l’orientamento di tecnici e politici in vista della redazione del nuovo Puc, il piano urbanistico comunale, che, volente o nolente, finirà in tutti i programmi elettorali in vista della tornata elettorale della prossima primavera quando gli aversani saranno chiamati ad eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale.
Da anni assertore di un “futuro a costruzioni zero” è il docente di urbanistica presso la facoltà di architettura dell’Università Federico II, Alberto Coppola. “E’ l’unica soluzione e non solo per Aversa – ha esordito il professionista che è anche avvocato – ma per tutta la provincia di Caserta. In sede di redazione del Pctp abbiamo parlato di uso parsimonioso del territorio. Questo non significa che non si deve più realizzare il nuovo, ma sull’esistente dare vita alle sostituzioni edilizie. La più importante opera pubblica da attuare nei prossimi venti anni è la riqualificazione delle città. Per esempio, tornando ad Aversa, spostare il mercato ortofrutticolo nella zona Asi e trasformare l’area in parcheggio al servizio del tribunale di Napoli Nord. Ad Aversa sud, invece, si potrebbe riqualificare la zona della ex Ferrovia Alifana e sul tracciato di quest’ultima creare una pista pedonale / ciclabile che colleghi tutti i comuni dell’Agro. Abbiamo avuto un mercato drogato per 30 anni. Oggi non c’è, praticamente, più domanda”.
Sulla stessa scia Antimo Castaldo, già assessore e candidato a sindaco: “Nella coerenza di quanto sempre detto: costruzioni nuove zero. Questa città ha però un enorme bisogno di infrastrutture, parchi, attività che ci possano far diventare città di servizio. Anche per il cimitero evitiamo ampliamento inteso nella vecchia maniera per evitare consumo di suolo”.
Controcorrente Rosario Capasso che afferma: “Non è una questione di realizzare nuovo o meno, ma di come realizzare. Aversa restrinse al massimo il piano casa regionale. Quest’ultimo conteneva il protocollo Itaca che prevedeva l’eco-compatibilità massima”.
Un no al consumo di suolo anche dall’ex assessore Gino Della Valle che afferma: “A mio avviso non si può pensare ad un ulteriore crescita della città ma ad un RI.U.SO (rigenerazione urbana sostenibile) del costruito. La domanda che è legittimo porsi è: Aversa ha altro territorio da trasformare? No, soprattutto se si tiene conto che Aversa ha un territorio di appena 8,7 kmq. Con 54 mila cittadini residenti (18.200 nuclei familiari), 34 mila auto vetture dei cittadini residenti, 16/17 mila auto in ingresso e in uscita di mattina e 20 mila auto che entrano ed escono di sera dalla città e con tutte le attività di servizi uffici commerciali e scolastiche universitarie banche ecc. Aversa è una città che scoppia e questa è una semplice constatazione. Se pensiamo che non ci sarà incremento demografico a che servono nuove costruzioni?”.
“Per quanto mi riguarda – afferma il presidente dell’ordine provinciale degli architetti Enrico De Cristofaro, aversano –vedrei la limitazione di nuove costruzioni al di là del recupero del centro storico (con incentivi ai privati), la riqualificazione delle zone degradate, la rigenerazione urbana e il riuso del territorio (oggi previsto anche dal dizionario come accezione positiva), anche quello delle aree industriali dismesse. La Regione Campania dovrebbe emanare un provvedimento che vieti sul territorio campano per cinque anni almeno la realizzazione di nuove costruzioni”.