Ancona – Eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal giudice per le indagini preliminari, Antonella Marrone, nei confronti di tre indagati, nei cui confronti è stato notificato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari.
Le attività, eseguite dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Ancona, al termine di un biennio di indagini, sotto la direzione del procuratore capo facente funzioni, Irene Bilotta, e dei pubblici ministeri Serena Bizzarri, Andrea Laurino e Marco Pucilli, hanno riguardato le ipotesi di reato commesse dagli indagati nella loro qualità, rispettivamente, di direttore generale pro-tempore di Banca delle Marche Spa, attualmente in amministrazione straordinaria; e di imprenditori-clienti dell’istituto di credito.
L’allora direttore generale si sarebbe adoperato, per mezzo della sua qualifica, per far concedere, da parte di Banca delle Marche, linee di credito a breve tempo a un gruppo di società riconducibili ad uno degli imprenditori, in mancanza delle condizioni e delle garanzie finanziarie previste. Il tutto, a seguito di dazione di denaro o altra utilità.
In particolare, le utilità derivate al direttore quale prezzo del reato di corruzione sarebbero da riferire, in primo luogo, all’acquisto, da parte di una società di fatto riconducibile allo stesso ex direttore generale di Banca Marche, di un immobile di pregio in Roma, nel quartiere Parioli, cedutole da una società riconducibile all’imprenditore e, inoltre, alla corresponsione di canoni di locazione gravanti su detto immobile, a favore di una società riconducibile a familiari del Direttore Generale, da parte di altra azienda comunque riferibile all’imprenditore interessato.
Il danno cagionato a Banca delle Marche, derivante da tali condotte, è risultato pari a 4.590.00 euro. Nel medesimo contesto, l’altro imprenditore avrebbe posto in essere operazioni immobiliari e finanziarie tra loro connesse sia dal punto di vista temporale che soggettivo, volte a far ottenere, all’ex Direttore Generale, vantaggi patrimoniali quale prezzo della corruzione per avergli garantito operazioni di finanziamento, quali linee di credito e scoperti bancari, risultate dannose per la Banca erogante che mai avrebbero avuto modo di perfezionarsi senza l’illecito interessamento determinante del direttore stesso.
Per tali specifiche condotte, il danno cagionato a Banca delle Marche è risultato pari a 10.300.000 euro. Tutte le operazioni di finanziamento deliberate da Banca delle Marche e prese in considerazione nell’ambito del procedimento penale sarebbe da ricondursi alla partecipazione e alla consapevole attività di impulso dell’ex Direttore Generale, determinante per il buon fine delle illecite erogazioni a favore degli imprenditori.
La Guardia di Finanza ha eseguito, contestualmente, nelle Marche, in Puglia, in Emilia Romagna, in Lombardia e nel Lazio il sequestro preventivo su beni immobili riconducibili agli indagati e alle coniugi (due abitazioni in Bologna, un appartamento a Parma e due a Roma, tra cui l’immobile di pregio ubicato in via Archimede), partecipazioni societarie e oltre 20 conti correnti in diversi istituti di credito, per un importo complessivo pari a quasi 15 milioni di euro.