Bangladesh, missionario italiano ferito a testa e collo. Isis rivendica agguato

di Stefania Arpaia

Dinajpur – E’ stato rivendicato dai terroristi dell’Isis l’agguato in cui è rimasto vittima un prete italiano, missionario del Pime, Pontificio istituto missioni estere, in Bangladesh a Suihari, nella diocesi di Dinajpur.

L’aggressione è avvenuta mercoledì sera. Ad essere coinvolto è padre Piero Parolari, 64 anni, originario di Lecco, ferito da colpi d’arma da fuoco. La notizia della rivendicazione da parte dei miliziani del Califfato è stata diffusa via Twitter. Ma l’attendibilità del comunicato è ancora da verificare.

“I combattenti del Bangladesh sono riusciti a colpire l’italiano Pietro Parolari che lavorava da due anni come missionario nella regione di Dinajpur. E’ stato colpito con una pistola armata di silenziatore e ferito gravemente”, recita il comunicato dell’Isis in lingua araba che rivendica anche il tentato assassinio del leader del Baha’i Ruhul Amin mentre viaggiava come presidente del centro Baha’i a Zhangbour e l’esecuzione del criminale Rahma Ali, decapitato dopo essere stato prelevato e detenuto per qualche giorno come ostaggio. 

Al momento dell’agguato l’uomo si trovava davanti una stazione degli autobus. Era in sella alla sua bicicletta e stava andando in parrocchia quando tre uomini armati, in motocicletta, lo hanno ferito al collo e alla testa, riferiscono alcuni testimoni.

Fonti locali affermano che il missionario è stato ricoverato in un ospedale di Dacca, il Bangabandhu Sheikh Mujib Medical University. E’ stato sottoposto ad un intervento chirurgico ma ora sarebbe fuori pericolo. L’Unità di crisi della Farnesina e l’ambasciata d’Italia a Dacca, sono in contatto con la famiglia dell’uomo.

“Sappiamo che è fuori pericolo e l’hanno portato in un ospedale militare della capitale. Non si capisce perché sia successa una cosa del genere. L’importante per ora è sapere che è stato evitato il peggio”, ha raccontato uno dei parenti di Parolari. 

“E’ inaccettabile che la nostra gente diventi un così facile obiettivo”, ha detto il vescovo di Dinajpur, monsignor Sebastian Tudu, che ha chiesto maggiore sicurezza per la città.

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