“Cop 21”, 150 leader internazionali a Parigi per discutere di clima

di Stefania Arpaia

Parigi – Ha avuto inizio nella capitale francese la ventunesima conferenza sul clima delle Nazioni Unite che ha visto riuniti ben 150 leader provenienti da tutto il mondo.

Il vertice “Cop21” ha come obiettivo principale la salvaguardia del Pianeta, la riduzione dell’effetto serra e garantire uno sviluppo sempre più sostenibile con particolare attenzione rivolta alla green economy. La mission internazionale, riferiscono fonti locali, sarà la stesura di un accordo storico che limiti il riscaldamento climatico a 2 gradi in modo da evitare eventi catastrofici.

Ad aprire la conferenza il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che ha chiesto di osservare alcuni istanti di silenzio per commemorare le vittime degli attacchi terroristici del 13 novembre. “E’ un’occasione politica unica che potrebbe non tornare. Il futuro del mondo è nelle vostre mani, non sono consentite indecisioni. Voi avete il potere di assicurare il benessere di questa e della prossima generazione, trovando un accordo per arginare entro i due gradi l’aumento delle temperature del pianeta causato dalle emissioni inquinanti. Deve esserci il compromesso, il consenso e, se è necessario, anche la flessibilità”, ha dichiarato il segretario delle Nazioni Unite.

Poi la parola al presidente Francois Hollande che ha dichiarato: “Vi ringrazio per tutti i segni di supporto, tutti i messaggi, tutti i gesti di amicizia. La Cop21 è un’immensa speranza che non abbiamo il diritto di deludere. È una sfida che non dobbiamo perdere perché si tratta di un miliardo di esseri umani che ci guarda”.

“Il surriscaldamento del clima – ha proseguito – crea conflitti, crea più migrazioni delle guerre. Dobbiamo intervenire in nome della giustizia climatica. Quello che è in gioco in questa conferenza è la pace perché rischiamo una guerra per l’accesso all’acqua. Il mondo non ha mai affrontato una sfida così grande come quella sul futuro del pianeta, della vita. Qui non bastano le dichiarazioni di intenti, noi a Parigi siamo a un punto di rottura e di partenza per una trasformazione mondiale”.

“Abbiamo l’opportunità – ha concluso – di creare uno sviluppo con le energie rinnovabili, il trasporto pulito e la biodiversità. Dobbiamo costruire un modello basato sulla cooperazione, in cui sia più conveniente preservare che distruggere”.

Laurent Fabius, ministro degli esteri francese e presidente della conferenza, ha detto: “Abbiamo un obbligo di successo e la posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso. L’11 dicembre – il giorno in cui si concluderà la Cop21 – il mondo si aspetta da noi quattro parole: la missione è compiuta. L’accordo non è scontato ma è alla nostra portata. La presidenza francese veglierà affinché tutti i punti di vista siano tenuti in considerazione”.

Renzi twitta: “L’Italia vuole stare tra i protagonisti della lotta all’egoismo, dalla parte di chi sceglie valori non negoziabili come la difesa della nostra madre terra. Quattro miliardi di dollari da qui al 2020, lo sforzo delle istituzioni e delle aziende a cominciare da Eni e Enel, un grande investimento educativo per le nuove generazioni. Siamo tra i paesi leader nella ricerca con scienziati di altissimo livello”.

E ancora: “Siamo tra i protagonisti della Green economy. Abbiamo ridotto le emissioni del 23% negli ultimi 20 anni. Sull’efficienza energetica, con i contatori intelligenti, puntiamo alla leadership mondiale. Dunque, noi facciamo la nostra parte. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli che abbiamo bisogno di un accordo internazionale, altrimenti tutto sarà inutile. Siamo a Parigi per trovare un compromesso alto. Il mondo di oggi e di domani guarda a Parigi. L’Italia non si tira indietro”.

La conferenza si è svolta nel sito di le Bourget, a nord di Parigi, e vi hanno preso parte Barack Obama, Xi Jinping, Vladimir Putin, Narendra Modi e decine di altri capi di stato. Presente anche Benyamin Netanyahu.

La città è completamente blindata. Nella giornata antecedente all’incontro alcuni manifestanti si sono scontrati con la polizia e 208 persone sono state fermate.

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