Doping: a rischio le medaglie della Russia, che smentisce: “Non hanno prove”

di Redazione

Dopo lo scandalo sul doping di Stato russo, anche il Cio è intervenuto sulla vicenda, lasciando intendere di non voler far sconti a nessuno. “Vista la politica di tolleranza zero nei confronti del doping, il Cio prenderà tutte le misure e le sanzioni necessarie per quanto riguarda l’eventuale ritiro e riassegnazione delle medaglie, nonché l’esclusione dai futuri Giochi”, ha comunicato il Comitato Olimpico Internazionale.

“Il Comitato Olimpico Internazionale sta monitorando attentamente la situazione dopo il Report dell’ Agenzia mondiale antidoping, pubblicato ieri – si legge nel comunicato ufficiale del massimo organismo dello sport mondiale – e invita la Iaaf (l’Associazione Internazionale di Atletica Leggera) e la Wada di considerare tutte le misure necessarie per proteggere gli atleti puliti e ristabilire la fiducia”. Il Comitato Esecutivo dell’organismo presieduto da Thomas Bach, riunitosi oggi pomeriggio, “ha deciso, su proposta della Commissione etica, di sospendere provvisoriamente Lamine Diack, l’ex presidente della Iaaf, dal suo ruolo di membro onorario del Cio”.

Più nello specifico e per quanto riguarda i Giochi Olimpici, “il Cio ha chiesto alla Iaaf di avviare procedimenti disciplinari contro tutti gli atleti, allenatori e dirigenti che hanno partecipato ai Giochi Olimpici e sono ora accusati di doping nel rapporto della Commissione indipendente. Con la sua politica di tolleranza zero contro il doping, e a seguito della conclusione della procedura investigativa, il Cio prendera’ tutte le misure e le sanzioni necessarie per quanto riguarda il ritiro e alla riassegnazione di medaglie, nonche’ l’eventuale esclusione di atleti, allenatori e funzionari dai futuri Giochi Olimpici”.

Inoltre, il Cio fa sapere di aver “studiato il funzionamento del laboratorio accreditato Wada a Sochi durante i Giochi Olimpici Invernali del 2014, anche a seguito dei dubbi espressi ieri durante la conferenza stampa della Commissione indipendente. In questo contesto – precisa il comunicato – il Cio si basa sulla allora relazione del gruppo osservatore indipendente Wada che non fa menzione di tale irregolarità. Né tali irregolarità sono segnalate da altri esperti internazionali coinvolti. Pertanto – conclude il Comitato olimpico – il Cio non ha motivo di mettere in discussione la credibilità dei risultati dei test antidoping effettuati ai Giochi Olimpici Invernali 2014. Tuttavia, il Cio mantenendo tutti i campioni di doping per dieci anni, potra’ ritestare i campioni in modo appropriato qualora dovessero sorgere dubbi. In ogni caso, il Cio potra’ ripetere i test una volta che nuove tecniche scientifiche diventeranno disponibili”.

Intanto la Russia si difende. “La questione – ha detto Dmitri Peskov, portavoce del presidente Putin – è che se ci sono delle accuse allora devono essere sostenute da qualche prova. Finché non si sono sentite le prove è difficile percepire le accuse, che sono quindi infondate”. L’ex presidente della federatletica russa, Valentin Balakhniciov(che non è comunque nella lista di persone di cui si chiede l’estromissione a vita dalle attività delle organizzazioni sportive), ha dichiarato che ha intenzione di ricorrere al Tribunale sportivo di arbitrato a Losanna per dimostrare l’inconsistenza delle accuse che sono state mosse a lui e all’atletica leggera russa in generale.

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