Il centrodestra a Bologna, Berlusconi fischiato, Salvini attacca Renzi e Grillo

di Gabriella Ronza

Bologna – Si è svolta domenica 9 novembre in piazza Maggiore, a Bologna, la manifestazione blindatissima organizzata dalla Lega di Matteo Salvini con la partecipazione dei leader Forza Italia, Silvio Berlusconi, e di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Gli animi si sono accesi fin da subito. La kermesse leghista è iniziata con l’intervento di Meloni che ha deriso Renzi e Alfano paragonandoli a “Stanlio e Ollio”. Prima dei politici, hanno parlato rappresentati della società, imprenditori, professionisti, commercianti e un rappresentante dei pescatori liguri. Tra questi, ha suscitato polemiche, tra le forze di Polizia, l’intervento di Gianni Tonelli, segretario nazionale del Sap, il sindacato molto vicino alla Lega. Un intervento molto duro contro il governo.

La sua presenza sul palco della manifestazione del Carroccio è stata giudicata “inopportuna” dal sindacato dei funzionari di Polizia. “L’attività sindacale – è stata la critica di Lorena La Spina, segretaria dei Funzionari, Anfp – è e deve restare cosa ben diversa dalla politica. Lo dice la legge, lo confermano i più basilari principi di deontologia e opportunità”.

Berlusconi si è autocandidato come leader del centrodestra, sorprendendo i presenti. “Stando insieme con Matteo e Giorgia vinceremo. – ha dichiarato entusiasta – Insieme supereremo il 40 per cento, conquistando il premio di maggioranza. Renzi a casa”. A questo proposito, tuttavia, deve fare i conti con l’ala moderata di Fi, tentata dalla scissione contro le “derive estremiste”.

Berlusconi non usa mezzi termini con Renzi e Grillo: il primo lo definisce “Duce”, il secondo “Hitler”. “Se non saremo uniti, alle prossime elezioni ci sarà il ballottaggio tra Pd e M5s” ha sottolineato.

Ma in questo ballottaggio, spiega l’ex Cavaliere, “vinceranno i 5Stelle e per noi è una tragedia consegnare l’Italia a Grillo che fa discorsi nei quali ho individuato molti passaggi identici a quello di un certo signor Hitler”. L’ex premier attacca poi la “magistratura democratica”, definendola “un partito all’interno della magistratura che cerca di costruire una via giudiziaria al socialismo con una interpretazione alternativa delle leggi. È una magistratura politicizzata che usa la legge come vuole e usa processi e sentenze per fare politica e far fuori gli avversari politici”.

L’autocandidatura di Berlusconi è stata, però, accolta dai fischi dei giovani padani, schierati in prima fila. “Sì, è vero, l’abbiamo fischiato – racconta un giovanissimo militante del Carroccio – un’alleanza con Fi è possibile, ma Berlusconi deve mettersi in testa che non può più essere lui il leader del centrodestra”.

Salvini ha, invece, dichiarato: “Sogno un’Italia aperta, ma con delle regole, chi sbaglia paga. Un’Italia dove i bambini sono adottati solo se ci sono una mamma e un papà. E dove votano i ragazzi di 16 e 17 anni”.

Non è mancato poi l’affondo al leader Ncd: “Non andremo mai con un personaggio inutile e incapace come Angelino Alfano. Alfano, occupati dei poliziotti, cretino che non sei altro, difendi la tua gente, difendi gli italiani per bene, espelli qualche clandestino se ne sei capace e lascia perdere la politica che non fa per te”. “Io ci sono da Nord a Sud – ha continuato – perché abbiamo un compito storico”.

Durissimo anche con Renzi: “Un incapace che divide la società tra uomini e bestie. Io la divido tra produttori e parassiti e lui è un degno rappresentante dei parassiti che campa alle spalle del prossimo: lui, Alfano, Boldrini. Lasciamoli a Renzi i Buzzi e Carminati”.

Su Grillo non ha dubbi: “Ho l’impressione che a Grillo non interessi governare, lui dice solo no, no, no. Noi diciamo no, ma poi proponiamo i sì”.

“La prima legge che farò quando sarò al governo – ha annunciato – sarà quella dell’asilo gratis come in Francia per tutti fino a due anni, in nome del federalismo, delle comunità locali, del territorio”. Il raduno organizzato si è concluso con l’urlo di Salvini: “Da questi centomila parte la rivoluzione delle persone per bene”.

Immediate le reazioni dalle forze di governo. Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, ha commentato l’evento: “Oggi a Bologna niente di nuovo, ma tanto di vecchio. Una copia sbiadita di una foto di venti anni fa. A chi vuole bloccare il Paese, peraltro senza riuscirci, noi rispondiamo che il Paese lo abbiamo sbloccato puntando sulla crescita e sul lavoro. Il Pd continua con l’impegno per le riforme e per una legge di stabilità che punta sulla ripresa, abbassa le tasse, affronta la povertà. L’Italia noi vogliamo farla correre, altro che bloccarla”.

Debora Serracchiani ha, invece, dichiarato: “Stesse facce del passato, stesse ricette fallimentari. Una piazza che rende evidente come i moderati siano ostaggio delle destre e del loro populismo”.

Renzi, in questo momento in Arabia Saudita per un incontro formale, ha così commentato ai microfoni di Skytg24: “L’Italia vuole ripartire, non è fatta solo da chi sa urlare e insultare per la strada. Basta con chi vuole bloccare il paese”.

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