Incendio Bucarest, un minuto di silenzio all’Orientale per Tullia

di Redazione

L’Università “Orientale” di Napoli ha osservato un minuto di silenzio per Tullia Ciotola, la giovane napoletana rimasta gravemente ustionata nell’incendio dei giorni scorsi alla discoteca di Bucarest, in Romania. Esposto uno striscione davanti alla sede universitaria: “Continueremo a ricordarti com’eri, pensando che ancora sorridi. Ciao Tullia”.

La ragazza si trovava nella capitale rumena per un corso del programma Erasmus. Il decesso è avvenuto durante il trasporto all’ospedale di Rotterdam, in Olanda, dove era stato predisposto il trasferimento di otto gravi ustionati. Due di essi sono morti prima dell’arrivo a Rotterdam, ha precisato Arafat, secondo il quale il bilancio dell’incendio alla discoteca è salito a 39 vittime.

Un vero e proprio dramma quello in Romania, consumatosi lo scorso 31 ottobre: 145 persone ferite in ospedale. Tullia era stata l’unica italiana identificata.

La sua famiglia, appreso il dramma, era volata a Bucarest. La strage – secondo l’inchiesta – è stata provocata da uno show di fuochi pirotecnici: l’incidente più grave registrato negli ultimi decenni. In seguito alla tragedia, si è dimesso il Governo rumeno. Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, nel club Collectiv si celebrava con un concerto rock la notte di Halloween: il locale nel giro di pochi minuti si è trasformato in un inferno con i circa 400 giovani presenti che hanno cercato disperatamente di mettersi in salvo attraverso l’unica via di uscita disponibile.

Nel panico e nella calca indescrivibile, in tanti sono rimasti travolti e schiacciati dalla folla in fuga. Il concerto era del gruppo heavy metal “Goodbye to Gravity” che presentava il suo nuovo album davanti a centinaia di fan entusiasti. Il chitarrista della band, Vlad Telea – tra le cui ultime canzoni ne figura una dal titolo sinistro “The day we die” (Il giorno in cui moriamo) – risulta essere tra le vittime accertate del rogo, anche un altro componente del gruppo è morto e i compagni sarebbero feriti. Tra loro, il leader di un’altra formazione molto in voga in Romania, il cantante dei “Vita de vie” Adrian Despot, lì per assistere allo spettacolo.

“Non vedevo una tale mobilitazione di squadre di soccorso dai tempi della rivoluzione anti-comunista di fine 1989”, ha detto Ioan Lascar, un medico dell’ospedale Floreasca di Bucarest, dove sono stati portati gran parte dei feriti. “Gli interventi che pratichiamo sono analoghi a quelli che si fanno durante una guerra”, ha aggiunto. I feriti, ha precisato, sono arrivati tutti con gravi ustioni e problemi alle vie respiratorie. “Se non li avessimo subito intubati, in tanti sarebbero morti”.

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