Roma – Il legale di Massimo Carminati, imputato nel processo Mafia Capitale, ha dichiarato la disponibilità del suo assistito al dialogo.
“E’ pronto a parlare – ha detto l’avvocato Giosuè Naso in tribunale a Roma – Quando sarà il momento opportuno Massimo Carminati si difenderà in maniera diversa rispetto agli altri processi in cui è stato coinvolto e nei quali ha mantenuto un dignitoso silenzio”.
“Questo è un processetto dopato – ha aggiunto – drogato da una campagna mediatica ma dietro c’è una regia precisa. Qui ci sono fatti concreti e Carminati risponderà di quei fatti”.
E ancora: “Spero che questo sia un processo normale: tutta questa montatura mediatico-giudiziaria non fa bene. Se un processo deve dare risposte ad esigenze meta-giuridiche non va bene, i processi dovrebbero essere dei semplici tentativi di accertare verità singole”.
“La mafia sotto il profilo penale è qualcosa di diverso e molto più grave”, ha poi sottolineato.
“Questa non è mafia, la mafia è una cosa seria. Questo processo doveva chiamarsi Corruzione Capitale”, ha ribadito Fabrizio Gallo, avvocato di Roberto Lacopo, il benzinaio gestore dell’area di servizio di corso Francia considerata una delle basi di Massimo Carminati, accusato di associazione mafiosa e altri reati.
Il legale di Buzzi invece, Alessandro Diddi, in merito alla decisione di far partecipare l’imputato all’udienza in videoconferenza dal carcere di Tolmezzo, in provincia di Udine, ha dichiarato: “Chiederemo al Tar di annullare il divieto di assistere di persona alle udienze, Buzzi non è in un carcere di massima sicurezza e a queste condizioni questa non è una difesa. Inoltre chiederemo il patteggiamento e stavolta sarà il giudice a decidere senza necessità del parere della procura. Se ci danno il patteggiamento facendo cadere l’accusa di associazione mafiosa ce ne usciamo tranquillamente dal processo”.